Josè Wilker - attori brasiliani - Cultura Brasil

Josè Wilker - attori brasiliani

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José Wilker de Almeida nacque a Juazeiro do Norte il 20 agosto del 1944, è stato un attore, regista, narratore, presentatore e critico cinematografico brasiliano. Figlio di Severino Almeida, un cassiere e di Raimunda Almeida, casalinga, José Wilker è considerato uno dei maggiori attori della sua generazione.

Inizi della Carriera
La carriera artistica di José iniziò a soli 13, quando si trasferì in Pernambuco ed iniziò a lavorare come presentatore radiofonico. Subito dopo, partecipò come figurante nel teleteatro trasmesso dalla TV Radio Clube. 
La prima parte in assoluto la ebbe interpretando un venditore di giornali nell’opera Um Bonde Chamado Desejo di Tennessee Williams. Il teatro è sempre stata una delle grandi passioni di José, tant’è vero che decise di prendere parte del Movimento de Cultura do Partido Comunista e dedicarsi, così, allo studio della recitazione e alla creazione di documentari. I temi trattati da Wilker traevano origine dalla cultura popolare, soprattutto quella del sertao. L’attività dell’artista, tuttavia, si fermò momentaneamente nel 1964: la dittatura, infatti, proibì al movimento la creazione e la divulgazione di qualsiasi opera.



Film
Il debutto di José Wilker sul grande schermo avvenne il 1965, quando partecipò alle riprese di A Falecida ma non fu menzionato nei titoli di coda. La strada verso il successo, tuttavia, fu intrapresa solo nel 1972: l’artista venne chiamato ad interpretare Tiradentes nel film Os Inconfidentes, un lungometraggio che parlava della reazione dei Mineiros all’oppressione portoghese.
Nel 1976, José Wilker raggiunse l’apice della notorietà vestendo i panni di Vadinho, il marito defunto di Dona Flor in Dona Flor e Seus Dois Maridos, il film, ispirato all’omonimo romanzo di Jorge Amado, registrò un record di vendite in Brasile e divenne famoso anche all’estero.


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Tre anni dopo partecipò a Bye Bye Brasil, una commedia firmata da Cacà Diegues. Nel 1986, José interpretò Tenório Cavalcanti in O Homem da Capa Preta, un film drammatico che parlava di un politico di Duque de Caxias (Tenorio) che portava sempre con sé una mitragliatrice.

Nel 1997, Wilker fu chiamato per rivivere Antonio Conselherio in Guerra de Canudos di Sergio Rezende. Il lungometraggio parlava del condottiero Antonio che, capeggiando un movimento religioso brasiliano, si scontrò con l’esercito in una battaglia durata quasi un anno.

Teatro
Nel 1967, a causa di problemi legati alla censura, José Wilker decise di trasferirsi a Rio de Janeiro per studiare Sociologia nella Pontifícia Universidade Católica. La dittatura, tuttavia, non scoraggiò il giovane attore che, insieme a Luiz Mendonça, Isabel Ribeiro, Camilla Amado e Carlos Vereza, fondò il Grupo Chegança, famoso per aver presentato in più tappe Morte e Vida Severina di João Cabral de Melo Neto

Nel 1968, grazie alla sua interpretazione in Imperador Assiria, vinse il primo premio come miglior attore. Tre anni dopo, recitò nella Companhia de Tereza Raquel e partecipò alla rappresentazione Mae, con regia del francese Claude Regy. Nel 1972, ritornò ad esibirsi da dove era partito: nel Teatro Ipanema; questa volta, però, recitò in un’opera scritta da egli stesso, A China è Azul. 
Quattro anni più tardi, grazie alla sua interpretazione in Os Filhos de Kennedy - di Robert Patrick, con regia di Sérgio Britto – vinse il Premio Moliere e il Premio Governador do Estado. Dopo aver ritirato gli omaggi, annunciò di accantonare momentaneamente il teatro per dedicarsi al piccolo schermo. Ritornò sul palco solo dopo 9 anni, quando partecipò a Assim E’…(Se Lhe Parece) di Luigi Pirandello, con regia di Paulo Betti e vinse il suo terzo Premio Moliere come miglior attore
Sempre nel 1985, prese parte a O Homne da Capa Preta. A partire da quel periodo, José Wilker iniziò a dedicarsi anche alla regia di opere teatrali, tra le più importanti, sono degne di nota: Sábado, Domingo e Segunda di Eduardo De Filippo nel 1986; Perversidade Sexual em Chicago di David Mamet nel 1989; A Morte e a Donzela di Ariel Dorfman nel 1993 e Querida Mamãe di Maria Adelaide Amaral nel 1994. Nel 2009, ancora, si dedicò alla selezione degli attori per la rappresentazione A Cabra ou Quem é Sylvia? di Edward Albee, con regia di Jô Soares.

Televisione
Nel 1969, José Wilker iniziò a lavorare per la televisione con il programma Caso Especial, trasmesso dalla Rede Globo. Due anni dopo, passò alla recitazione nelle telenovelas, la prima fu Bandeira 2 di Dias Gomes.
Con Roque Santeiro, José Wilker registrò un grande successo di ascolti, l’attore, in particolare, vestì i panni del protagonista e recitò a lato di Regina Duarte e Lima Duarte. Dopo tre anni, tuttavia, un evento lo spinse a lasciare la Rede Globo: la sostituzione dei registi nella serie O Bofe causò una bassissima audience. Ritornò a lavorare per l’emittente solo nel 1973, quando partecipò alla telenovela Cavalo de Aço. A partire da quel momento iniziò un periodo molto prolifero per José: nel 1983 diresse la telenovela Louco Amor di Gilberto Braga e, un anno dopo, Transas e Caretas di Lauro Cesar Muniz; per la TV Manchete curò la regia di Carmen (Gloria Perez) e di Corpo Santo (José Louzeiro); nel 1992 partecipò alla miniserie Anos Rebeldes di Gilberto Braga e, un anno dopo, ad Agosto, telenovela ispirata all’omonima opera di Rubem Fonseca
Dal 1997 al 2002, diresse la maggior parte degli episodi dell’appuntamento umoristico dominicale Sai de Baixo, trasmesso dopo O Fantastico. Nel 2002, José Wilker, nella telenovela Desejos de Mulher, interpretò, per la prima volta, un personaggio omosessuale
Quattro anni più tardi, l’attore ebbe una parte come Juscelino Kubitschek nella miniserie JK di Maria Adelaide Amaral e Alcides Nogueira, la partecipazione fu una delle pietre miliari nella sua carriera. Poco dopo, venne chiamato ad interpretare lo spagnolo Luiz Galvez in Amazonia, de Galvez e Chico Mendes di Gloria Perez. 
Nel 2012, la sua carriera venne segnata da un’altra pietra miliare: nel remake di Gabriela José rivisse il personaggio di Jesuino Mendonça. Il modo di dire “Deite que Vou Lhe Usar” divenne una vera e propria febbre nei social network: molte pagine umoristiche, infatti, crearono delle simpatiche parodie al riguardo. L’anno successivo lavorò come voce narrante della telenovela Amor a Vida e, nel bel mezzo della trama, entrò interpretando Herbert.


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José Wilker apparve per l’ultima volta in TV il 2 aprile del 2014, nell’ambito del programma Video Show, dove lasciò la propria firma e le proprie impronte per la Calçada da Fama della Rede Globo, un percorso ispirato alla Walk of Fame holliwoodiana
Josè, inoltre, era un grande appassionato di cinema: possedeva una cineteca formata da circa 4 mila pellicole, oltre a ciò, firmava una rubrica cinematografica settimanale pubblicata dal Jornal do Brasil e lavorava come critico per la Telecine della Globosat. L’attore era anche il commentatore ufficiale della trasmissione di premiazione dell’Oscar della Rede Globo, nonchè il presentatore del programma Palco & Plateia trasmesso dal Canal Brasil. 
José fu anche presidente della Riofilme, casa carioca di distribuzione di pellicole. 
Nel 2010, si dedicò anche alla scrittura e lanciò il libro Este Não é um Livro Sobre Cinema 

Vita privata
José Wilker si sposò tre volte. Nel 1976, il primo matrimonio con l’attrice Renée de Vielmond, dopo 8 anni, tuttavia, i due si separarono. Dall’unione nacque Mariana che, dopo aver lavorato come psicologa, decise di intraprendere la carriera di regista.

Lo stesso anno della separazione, Wilker si sposò con con l’attrice Mônica Torres. Nel 1984 nacque Isabel che attualmente lavora come presentatrice. Il secondo matrimonio durò circa 12 anni.
Dal 2000 al 2007, infine, l’attore si unì con Guilhermina Guinle, anche lei attrice.
José Wilker ci ha lasciati il 5 aprile del 2014 a soli 69 anni. La sua causa di morte fu un infarto fulminante. La salma,salutata da amici, parenti e fan, venne ospitata presso il Teatro Ipanema, luogo dove iniziò la propria carriera. Successivamente venne cremato nel Cemitério Memorial do Carmo.

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