Nei primi anni del XX secolo, iniziò a sentirsi l’esigenza di rinnovamento del panorama architettonico nazionale. L’impulso all'avvento della nuova era si ebbe nel 1920, quando il gruppo Simonsen contattò il professionista russo Gregori Warchavchik per dei lavori a San Paolo. Il primo progetto di Warchavchik fu la Casa Modernista.
Le abilità del progettista russo attirarono un gruppo di professionisti che, ben presto, fecero del Brasile uno tra i principali poli dell’industria della costruzione civile mondiale.
Gli studiosi mescolavano abilmente gli stili architettonici di: Le Corbusier, Walter Gropius, Mies Van der Rohe e Frank Lloyd Wright ai canoni estetici modernisti e futuristi estrapolati dalle arti e dalla letteratura.
Personaggi attivi di tale periodo rivoluzionario furono: Affonso Eduardo Reidy, Carlos Leão, Ernâni Vasconcelos, Jorge Moreira, Lucio Costa e, soprattutto, Oscar Niemeyer, quest’ultimo, data la quantità e la qualità del materiale prodotto, è ritenuto uno dei maggiori geni dell’architettura di tutti i tempi.
Nel 1929, Le Corbusier sbarcò in Brasile e, nel 1936, venne invitato dal governo brasiliano a collaborare alla realizzazione del progetto del Ministério da Educação e Saúde a Rio de Janeiro. Il disegno finale, con un aspetto autoritario, inaugurò l’avvento dell’era modernista.
La nuova corrente architettonica, favorita dalla costruzione di Brasilia negli anni ’50, si diffuse rapidamente nel paese. La capitale, infatti - progettata da Le Corbusier, Costa e Niemeyer - dato l’impatto e l’influenza esercitata sul mondo intero, venne dichiarata Patrimônio Mundial dall’UNESCO.
Il Modernismo, inoltre, rinnovò l’estetica e la tecnica di costruzione: le linee geometriche, semplici e pure, a tratti osate, venivano tracciate con cemento armato, vetro ed acciaio.
Il Brasile sfruttò i principali elementi architettonici Corbusiani che furono riassunti nella seguente forma:
L’eredità di Le Corbusier fu raccolta da un gran numero di architetti brasiliani che lasciarono un contributo significato nello scenario del paese.
Al riguardo, degni di nota sono: Henrique Mindlin, Carmen Portinho, Francisco Bolonha, Sérgio Bernardes, Olavo Redig de Campos e Marcos Konder Netto (Rio); Flávio de Carvalho, Álvaro Vital Brazil, Rino Levi, Oswaldo Bratke, Paulo Mendes da Rocha e Vilanova Artigas (São Paulo); Luís Nunes, Burle Marx e Delfim Amorim (Recife); Diógenes Rebouças e José Bina Fonyat (Salvador).
Gli studiosi mescolavano abilmente gli stili architettonici di: Le Corbusier, Walter Gropius, Mies Van der Rohe e Frank Lloyd Wright ai canoni estetici modernisti e futuristi estrapolati dalle arti e dalla letteratura.
Personaggi attivi di tale periodo rivoluzionario furono: Affonso Eduardo Reidy, Carlos Leão, Ernâni Vasconcelos, Jorge Moreira, Lucio Costa e, soprattutto, Oscar Niemeyer, quest’ultimo, data la quantità e la qualità del materiale prodotto, è ritenuto uno dei maggiori geni dell’architettura di tutti i tempi.
Catedral de Brasilia, Oscar Niemeyer |
La nuova corrente architettonica, favorita dalla costruzione di Brasilia negli anni ’50, si diffuse rapidamente nel paese. La capitale, infatti - progettata da Le Corbusier, Costa e Niemeyer - dato l’impatto e l’influenza esercitata sul mondo intero, venne dichiarata Patrimônio Mundial dall’UNESCO.
Un'immagine di Brasilia |
Il Brasile sfruttò i principali elementi architettonici Corbusiani che furono riassunti nella seguente forma:
- Planta livre: realizzazione di una struttura indipendente che permetta la libera distribuzione delle pareti senza che svolgano una funzione di sostegno.
- Fachada livre: realizzazione di una struttura indipendente che permetta la costruzione di una facciata senza alcun indebolimento dello stabile.
- Pilotis: la costruzione è alzata da terra con dei pilastri che consentono di transitare liberamente al di sotto della struttura.
- Terraço-jardim: un giardino pensile costruito sul tetto dello stabile.
- Janelas em fita: finestre che, utilizzando la tecnica dalla fachada livre, vengono costruite in fasce orizzontali senza soluzione di continuità, permettendo, così, un'ottima panoramica.
L’eredità di Le Corbusier fu raccolta da un gran numero di architetti brasiliani che lasciarono un contributo significato nello scenario del paese.
Al riguardo, degni di nota sono: Henrique Mindlin, Carmen Portinho, Francisco Bolonha, Sérgio Bernardes, Olavo Redig de Campos e Marcos Konder Netto (Rio); Flávio de Carvalho, Álvaro Vital Brazil, Rino Levi, Oswaldo Bratke, Paulo Mendes da Rocha e Vilanova Artigas (São Paulo); Luís Nunes, Burle Marx e Delfim Amorim (Recife); Diógenes Rebouças e José Bina Fonyat (Salvador).