Sonetto n. 3
Al mondo il sole nasconde i suoi splendori,
e la mano della notte confonde gli orizzonti;
non cantano gli uccelli, non mormorano le fonti,
no parla Pan sulla bocca dei pastori.
Legano le Ninfe, al posto di fiori,
mortali cipressi sulle tristi fronti;
errano piangendo sui monti deserti,
senza archi, senza faretre, gli Amori.
Venere, Pallade, e le figlie di Memoria,
lasciando i grandi templi dimenticati,
non si ricordano di altari nè di gloria.
Vanno gli elementi confusi:
ah, Ionia, Ionia, giorno di vittoria
sempre fu il più triste per i vinti.