Che cos'è la saudade? Lasciamo parlare i poeti: Clarice Lispector - Cultura Brasil

Che cos'è la saudade? Lasciamo parlare i poeti: Clarice Lispector

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Cos'è la saudade? Me lo sento chiedere sempre..come si può parlare di saudade?La saudade è un verbo che non è mai presente, è sempre lontano, passato o futuro..la saudade è ciò che fa piangere di gioia o di tristezza, la saudade è il colloquio che facciamo con noi stessi quando siamo soli...la saudade è sentimento e, in quanto tale, lasciamo parlare i poeti:


Sento Saudade di Clarice Lispector


Sento saudade di tutto ciò che ha segnato la mia vita
Quando vedo ritratti, quando sento profumi,
quando ascolto una voce, quando mi ricordo del passato,
sento saudade...

Sento saudade di amici che non ho mai più visto,
di persone con le quali non ho più parlato o ho incrociato...

Sento saudade della mia infanzia,
del mio primo amore, del mio secondo, del terzo,
del penultimo e di quelli che ancora avrò, se Dio vorrà...

Sento saudade del presente,
che non ho goduto tutto,
ricordando il passato
e scommettendo sul futuro...

Sento saudade del futuro,
che se idealizzato,
probabilmente non sarà come io penso che sarà...

sento saudade di chi mi ha lasciato e di chi ho lasciato!
di chi mi ha detto che sarebbe tornato
e non è apparso;
di chi è apparso correndo,
senza conoscermi bene,
di chi non avrò mai l'opportunità di conoscere.

Sento saudade di coloro che se ne sono andati e di chi non mi ha detto addio

Di quelli che non hanno avuto modo
di dirmi addio;
della gente che è passata sul marciapiede opposto della mia vita
e che ne ho visto solo un assaggio!

Sento saudade delle cose che ho avuto
e delle altre che non ho mai avuto
ma che avrei voluto avere!

Sento saudade delle cose
che nemmeno so se sono esistite.

Sento saudade delle cose serie,
delle cose divertenti,
dei casi, delle esperienze...

Sento saudade del cagnolino che un giorno ho avuto
e che mi amava fedelmente, come solo i cani sono capaci di fare!

Sento saudade dei libri che ho letto e che mi hanno fatto viaggiare!

Sento saudade delle cose che ho vissuto
e delle cose che ho lasciato passare,
senza godermele nella loro totalità.

Quante volte ho voglia di incontrare non so che...
non so dove..
per riscattare qualcosa che non so cosa sia nè dove l' abbia perduta...

Vedo il mondo girare e penso che staranno sentendo saudade
i giapponesi, i russi
gli italiani, gli inglesi...
ma la mia saudade,
per essere nato in Brasile,
solo parla portoghese, anche se, in fondo, possa essere poliglotta.

Inoltre, dicono che siamo abituati ad usare sempre la nostra lingua,
spontaneamente quando
siamo disperati...
per contare i soldi... fare l'amore...
dichiarare sentimenti forti...
in qualsiasi luogo del mondo stiamo.

Io credo che un semplice
"I miss you"
o giù di lì
per tradurre saudade in un'altra lingua,
non avrà mai la stessa forza e significato della nostra parolina.

Forse non esprime correttamente
l'immensa mancanza
che sentiamo delle cose
o persone care.
Ed è per questo che io ho più saudade...
Perchè ho incontrato una parola
da usare tutte le volte
che sento questa stretta al petto,
mezzo nostalgico, mezzo piacevole,
ma che funziona meglio
di un segnale vitale
quando si vuol parlare di vita e sentimenti.

Quella è la prova inequivocabile
che siamo sensibili!
Che amiamo molto
o che abbiamo tenuto
e ci siamo lamentati delle cose buone
che abbiamo perso lungo la nostra esistenza...


BIOGRAFIA

Clarice Lispector (Tchetchelnik Ucrânia 1925 - Rio de Janeiro RJ 1977)
Di origini ucraine, si trasferì in Brasile all' età di 2 mesi. Passò l'infanzia a Recife dove si laureò in diritto.La sua prima pubblicazione risale al 1943. Fu un romanzo che affascinò la critica a tal punto da ricevere il premio "Prêmio Graça Aranha".Tra le sue opere più importanti,  A Legião Estrangeira (1964) e Laços de Família (1972) e i romanzi A Paixão Segundo G.H. (1964) e A Hora da Estrela (1977).Scrisse per vari giornali. Clarice è una personalità estremamente sensibile, mira all'essenza delle cose e riesce con i suoi scritti a rompere i silenzi dettati dall'emozione.Sono scritti, a mio avviso, definizione, paradigma. Ad esempio : "Sentiamo tanto la mancanza di qualcuno da volerno strappare dai nostri sogni per abbracciarlo", frasi che rompono il silenzio dell'emozione,descrivono l'indescrivibile!Clarice mirava molto a parlare di sè e a cercare di definirsi, era perfettamente cosciente di essere estranea a se stessa (Sono tanto misteriosa che non mi comprendo).Si definiva impulsiva e legata a quell'impulsività che preservava la sua natura infantile.Era vivamente preoccupata per la sua lucidità, per una ipotetica formula matematica che, applicata alla vita, la rendeva vuota. Riteneva irrilevante avere un nome, meno importante di realizzare il sogno di essere una "lottatrice".Non si definiva intellettuale ma una semplice persona con un cuore;scriveva instintivamente e per necessità di comunicare,"soprattutto una persona il cui cuore batte di allegria quando riesce in una frase a dire qualcosa sulla vita umana o animale"sottileava. Affermava di essere nata per tre cose:per amare gli altri, per scrivere e per avere figli. Riteneva le tre cose tanto importanti che la stessa vita era troppo corta per attuarle. Amava senza paura, con dedizione "Amare gli altri è l'unica salvezza individuale che conosco: Nessuno sarà perduto se darà amore e a volte riceverà amore in cambio"

Tradotte in italiano:

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