Sacco di Giocattoli
Mio padre mi raccontò che, quando era bambino, all'inizio del secolo passato, conservava i suoi giochi in un sacco. I giocattoli che mio padre da bambino conservava: lattine vuote, pezzi di spago, semi, spighe di mais, bottoni, pezzi di legno, pietre e tante cose inutili. Quando qualcuno appariva per visitare mia nonna lui prendeva il sacco dei giochi e glie lo svuotava davanti. Certamente riteneva i suoi giochi interessantissimi!
Sua madre diventava furiosa e lo picchiava con le ciabatte dopo che il visitatore era andato via. La ciabatta era uno degli stessi giocattoli preferiti di mia nonna che conservava nel sacco dei propri giochi. I bambini continuano ad essere ancora così. Ancora amano mostrare i propri giochi. Cresciamo e restiamo bambini. "In ogni uomo c'è un bambino che desidera giocare..." (Nietzche). E tutti abbiamo il nostro sacco di giochi. Il colloquiare rappresenta noi che apriamo il sacco e spargiamo i giochi...
Il sacco dei giochi: questo è di fondamentale importanza, quando l'amore è in gioco. La passione viene quando, affascinati da un'immagine - può essere un modo di guardare, un modo di sorridere, un modo di parlare...- immaginiamo che dentro quel corpo dall'immagine affascinante sono conservati i giochi con i quali vogliamo giocare. Ciò che vediamo è l'immagine della persona amata, ma ciò che immaginiamo sono i giochi che riteniamo conservati in lei. L'immagine, sola, subito si trasforma in monotonia. Nessuno riesce a restare tutto il tempo contemplando la persona amata per bella che sia. Ciò che alimenta la passione non è l'immagine, ma i giocattoli che lei conserva...Herman Hesse diceva che la persona oggetto del nostro amore è appena un simbolo, un lago dove il viso dell' "Altra" appare riflesso. Quale Altra? Quella che immaginiamo. Osserva questi versi di Fernando Pessoa. Ma leggili ben lentamente..
"Amiamo sempre, in ciò che abbiamo,
Ciò che non abbiamo quando amiamo.
La barca si ferma, allontano i remi
E, l' uno all'altra, le mani ci diamo.
A chi do le mani? All'altra.
I tuoi baci sono miele di bocca,
Sono quelli che sempre pensai di dare,
Ed ora la mia bocca sfiora
La bocca che ho sognato di baciare
Di chi è la bocca? dell'altra..."
E va così.Ma arriva un momento nel quale ci annoiamo di dar la mano, ci annoiamo di guardare, ci annoiamo di baciare. E diciamo: "Giochiamo?"
Momento di apertura del sacco, momento di verità...I giochi sparsi sul pavimento, scopriamo che non erano i giochi che immaginavamo. Il sacco era bello! E la bellezza del sacco ci ingannò. Una relazione amorosa, per essere duratura, deve essere una relazione con il gioco. Dura fin quando i due giocano. L'uno ama giocare con il bilboque e preferisce ascoltare musica sertaneja, mentre l'altra odia il bilboque e preferisce ascoltare musica classica...In quel caso il sistema è giocare da solo. L'altro, quando arriva, è un rompiscatole... Domanda che i compagni dovrebbero porsi: "Ci piace giocare insieme? Siamo felici solo nel pensare che giochiamo insieme?" Se la risposta sarà negativa è meglio andare alla ricerca di un altro sacco...
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Saco de Brinquedos
Meu pai me contou que, quando era menino, no início do século passado, guardava seus brinquedos num saco. Os brinquedos que meu pai menino guardava no saco: latas vazias, pedaços de barbante, sementes, sabugos de milho, botões, pedaços de pau, pedrinhas e todo tipo de coisas inúteis. Quando alguém aparecia para visitar minha avó ele pegava o saco de brinquedos e o esvaziava diante da visita. Certamente achava seus brinquedos interessantíssimos! A mãe dele ficava furiosa e lhe aplicava o devido corretivo de chineladas depois que a visita ia embora. A chinela era um dos itens favoritos que minha avó guardava no saco de brinquedos dela. As crianças continuam as mesmas. Ainda gostam de mostrar brinquedos. A gente cresce e continua criança. "Em todo homem há uma criança que deseja brincar..." (Nietzsche). E todos temos o nosso saco de brinquedos. A fala somos nós abrindo o saco e despejando brinquedos... O saco de brinquedos: isso é de fundamental importância, quando o amor está em jogo. A paixão acontece quando, fascinados por uma imagem – pode ser um jeito de olhar, um jeito de sorrir, um jeito de falar... - imaginamos que dentro daquele corpo de imagem fascinante estão guardados os brinquedos com que gostamos de brincar. O que vemos é a imagem da pessoa amada, mas o que imaginamos são os brinquedos que julgamos guardados dentro dela. A imagem, sozinha, logo se transforma em monotonia. Ninguém consegue ficar o tempo todo contemplando a pessoa amada, por bonita que seja. O que alimenta a paixão não é a imagem mas os brinquedos que ela guarda... Hermann Hesse dizia que a pessoa objeto do nosso amor é apenas um símbolo, uma lagoa onde o rosto da "Outra" aparece refletido. Que Outra? Aquela que imaginamos. Veja esses versos de Fernando Pessoa. Mas leia bem devagar...
“Amamos sempre, no que temos,
O que não temos quando amamos.
O barco pára, largo os remos
E, um a outro, as mãos nos damos.
A quem dou as mãos? À Outra.
Teus beijos são de mel de boca,
São os que sempre pensei dar,
E agora a minha boca toca
A boca que eu sonhei beijar.
De quem é a boca? Da Outra..."
E assim vai. Mas chega um tempo em que nos cansamos de dar as mãos, nos cansamos de olhar, nos cansamos de beijar. E dizemos: "Vamos brincar?"
Hora de abrir o saco, hora da verdade... Os brinquedos espalhados pelo chão, descobrimos que não eram os brinquedos que imaginávamos. O saco era lindo! E a beleza do saco nos enganou. Uma relação amorosa, para ser duradoura, tem de ser uma relação de brincar. Ela dura enquanto os dois brincam. Um gosta de brincar com bilboquê ou de ouvir música sertaneja, enquanto o outro detesta bilboquê e prefere ouvir música clássica... Aí o jeito é brincar sozinho. O Outro, quando aparece, é um desmancha-prazeres... Pergunta que os parceiros deveriam se fazer: "Temos prazer em brincar juntos? Ficamos felizes só em pensar que vamos brincar juntos?" Se a resposta for negativa é melhor ir procurar outro saco...