Mais che non passa sul fuoco resta mais per sempre - Rubem Alves - Cultura Brasil

Mais che non passa sul fuoco resta mais per sempre - Rubem Alves

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Mais che non passa sul fuoco resta mais per sempre

Così accade a noi. Le grandi trasformazioni avvengono quando passiamo sul fuoco. 
Chi non passa attraverso le fiamme, resta uguale la vita intera. Sono persone di una monotonia e una durezza spaventosa. Loro non lo percepiscono e credono che il loro modo d'essere sia il migliore.
Ma, all'improvviso, arriva il fuoco. Il fuoco è quando la vita ci butta in una situazione che non avremmo mai immaginato: il dolore. Può essere fuoco esterno: perdere un amore, perdere un figlio, il padre, la madre, perdere il lavoro o restare povero. Può essere fuoco interno: panico, paura, ansia, depressione o sofferenza, le cui cause ignoriamo. C'è sempre il ricorso al rimedio: spegnere il fuoco! Senza fuoco la sofferenza diminuisce. Con questo anche la possibilità della grande trasformazione.
Immagino che il povero mais, chiuso nella pentola, lì dentro sempre più caldo, pensi che il suo momento sia arrivato: morirà. All'interno della sua buccia dura, chiuso in se stesso, non può immaginare un destino differente. Non può immaginare la trasformazione preparata per lui. Il seme non immagina ciò di cui è capace. Allora, senza preavviso, con il potere del fuoco la grande trasformazione avviene: BUM! Ed appare un'altra cosa completamente differente, qualcosa che egli stesso non avrebbe mai sognato.
Bene, ma ancora abbiamo il "piruà", il mais che si rifiuta di esplodere. E' come quelle persone che, per quanto il fuoco riscaldi, si rifiutano di cambiare. Loro credono che non possa esistere cosa più meravigliosa del loro modo di essere. La presunzione e la paura sono la dura buccia del mais che non esplode. Tuttavia, il  loro destino è triste, giacché resteranno duri la vita intera. Non si trasformeranno in un fiore bianco, morbido e nutritivo. Non daranno allegria a nessuno.



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Milho de pipoca que não passa pelo fogo continua a ser milho para sempre.

Assim acontece com a gente. As grandes transformações acontecem quando passamos pelo fogo.
Quem não passa pelo fogo, fica do mesmo jeito a vida inteira. São pessoas de uma mesmice e uma dureza assombrosa. Só que elas não percebem e acham que seu jeito de ser é o melhor jeito de ser.
Mas, de repente, vem o fogo. O fogo é quando a vida nos lança numa situação que nunca imaginamos: a dor. Pode ser fogo de fora: perder um amor, perder um filho, o pai, a mãe, perder o emprego ou ficar pobre. Pode ser fogo de dentro: pânico, medo, ansiedade, depressão ou sofrimento, cujas causas ignoramos. Há sempre o recurso do remédio: apagar o fogo! Sem fogo o sofrimento diminui. Com isso, a possibilidade da grande transformação também.
Imagino que a pobre pipoca, fechada dentro da panela, lá dentro cada vez mais  quente, pensa que sua hora chegou: vai morrer. Dentro de sua casca dura, fechada em si mesma, ela não pode imaginar um destino diferente para si. Não pode imaginar a transformação que esta sendo preparada para ela. A pipoca não imagina aquilo de que ela é capaz. Aí, sem  aviso prévio, pelo poder do fogo a grande transformação acontece: BUM! E ela aparece como uma outra coisa completamente diferente, algo que ela mesma nunca havia sonhado.
Bom, mas ainda temos o piruá, que é o milho de pipoca que se recusa a estourar. São como aquelas  pessoas que, por mais que o fogo esquente, se recusam a mudar. Elas acham que não pode existir coisa mais maravilhosa do que o jeito delas serem. A presunção e o medo são a dura casca do milho que não estoura. No  entanto, o destino delas é triste, já que ficarão duras, a vida inteira. Não vão se transformar na flor branca, macia e nutritiva. Não vão dar alegria para ninguém.

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