Intelectual? Nao! - Clarice Lispector - Cultura Brasil

Intelectual? Nao! - Clarice Lispector

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Intellettuale? No!

Un'altra cosa che sembra che gli altri non comprendano è che quando mi definiscono una intellettuale io dico di no. Di nuovo, non si tratta di modestia ma di una realtà che nemmeno da lontano mi tocca. Essere intellettuale è usare soprattutto l'intelligenza, ciò che non faccio: io uso l'intuito, l'istinto. Essere intellettuale significa anche avere cultura ed io sono una lettrice così cattiva che, adesso e senza pudore, ammetto di non aver nemmeno cultura. Non ho letto nemmeno le opere più importanti dell'umanità. Ho letto avidamente e molto solo quello che mi fosse caduto tra le mani tra i tredici e i quindici anni d'età. In seguito sono passata a leggere sporadicamente, senza avere impulsi da nessuno. Questo senza confessare che - stavolta lo dico con un po di vergogna - durante anni, ho letto solo romanzi polizieschi. Attualmente, a prescindere molte volte dall'avere pigrizia di scrivere, arrivo ad avere anche più pigrizia di leggere.
Letterata nemmeno lo sono perchè non ho trasformato il fatto di scrivere libri in una "una professione", nemmeno in una "carriera". Li ho scritti solo quando mi veniva spontaneo e quando lo volevo realmente. Sono un'amante? Allora cosa sono? Sono una persona che ha un cuore che a volte percepisce, sono una persona che ha preteso mettere in parole un mondo incomprensibile e un mondo impalpabile. Soprattutto una persona il cui cuore batte di un'allegria lievissima quando riesce a dire con una frase qualcosa sulla vita umana e animale.

Clarice Lispector

Digitato da Fabio Rocha e Rebeca dos Anjos il 10 novembre del 2012, nel libro A descoberta do mundo (crônicas publicadas no Jornal do Brasil de 1967 a 1973). Rio de Janeiro: Rocco, 1999, p. 149


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Intelectual? Nao!

Outra coisa que não parece ser entendida pelos outros é quando me chamam de intelectual e eu digo que não sou. De novo, não se trata de modéstia e sim de uma realidade que nem de longe me fere. Ser intelectual é usar sobretudo a inteligência, o que eu não faço: uso é a intuição, o instinto. Ser intelectual é também ter cultura, e eu sou tão má leitora que, agora já sem pudor, digo que não tenho mesmo cultura. Nem sequer li as obras importantes da humanidade. Além do que leio pouco: só li muito, e li avidamente o que me caísse nas mãos, entre os treze e os quinze anos de idade. Depois passei a ler esporadicamente, sem ter a orientação de ninguém. Isto sem confessar que – dessa vez digo-o com alguma vergonha – durante anos eu só lia romance policial. Hoje em dia, apesar de ter muitas vezes preguiça de escrever, chego de vez em quando a ter mais preguiça de ler do que de escrever.
Literata também não sou porque não tornei o fato de escrever livros “uma profissão”, nem uma “carreira”. Escrevi-os só quando espontaneamente me vieram, e só quando eu realmente quis. Sou uma amadora?
O que sou então? Sou uma pessoa que tem um coração que por vezes percebe, sou uma pessoa que pretendeu pôr em palavras um mundo ininteligível e um mundo impalpável. Sobretudo uma pessoa cujo coração bate de alegria levíssima quando consegue em uma frase dizer alguma coisa sobre a vida humana ou animal.

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