Eu Sou Trezento - Mario de Andrade - Cultura Brasil

Eu Sou Trezento - Mario de Andrade

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Io sono trecento

Io sono trecento, sono trecento e cinquanta,
Le sensazioni rinascono da loro stesse senza riposo,
Oh specchi, oh! Pirenei! oh pescatori!
Se un dio morirà, andrò nel Piauì a cercarne un altro!
Abbraccio nel mio letto le migliori parole,
E i sospiri che do sono violini altrui;
Io calpesto la terra come chi scopre il furto
Negli angoli, nei taxi, nelle camerette i loro propri baci!
Io sono trecento, sono trecento e cinquanta,
Ma un giorno alla fine io sarò d'accordo con me stesso...
Abbiamo pazienza, brevi ingoi,
Solo l'oblio è che condensa,
E dunque la mia anima servirà come riparo



E' una poesia carica di simbolismo. Rappresenta una delle massime opere del Modernismo: la rottura con i tipici schemi della rima e della metrica del passato e l'antropofagia. La possibilità di viaggiare a grande velocità (Oh specchi, oh! Pirenei! oh pescatori!), il nazionalismo e l'antropofagia ( E i sospiri che do sono violini altrui;). La poesia è sibillina in alcune parti perchè lo stesso Mario era sibillino, strano o, come lui si definiva, uno scrittore difficile.


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