La Viola-de-Cocho è uno strumento musicale tipico degli stati del Mato Grosso e del Mato Grosso do Sul, centro-est brasiliano.
Il nome trae origine dal materiale utilizzato: un tronco di legno - di norma ximbuva o sarã, ma anche mangueira, cajá manga, imbiruçu, scelti per la particolare lavorabilità - scolpito a forma di chitarra e scavato. La tecnica di lavorazione è la medesima impiegata per la costruzione di piccole mangiatoie per animali diffuse nelle zone rurali.
Una volta scolpito e scavato, il tronco viene chiuso con una tavola in radica di figueira bianca. I restanti pezzi che compongono lo strumento (il cavalete, l’espelho, il rastilho e le cravelhas) sono in cedro.
Le corde sono cinque (prima, contra, corda do meio, canotio e resposta) e sono realizzate con l’intestino di scimmia o di riccio coperto con del metallo. L’entrata in vigore di una serie di divieti, ha favorito la sostituzione dell’intestino con il nylon. Il materiale sintetico, oltre a garantire una maggiore durata delle corde, ha donato un suono migliore alla viola.

La viola de cocho tradizionale ha anche un piccolo foro (da 0,5 a 1 cm di diametro) sul coperchio della cassa armonica. I musicisti più recenti, tuttavia, hanno preferito la versione chiusa perché impedisce l’ingresso di ragni ed altri insetti che pregiudicano il suono dello strumento.
La storia
Esistono testimonianze storiche sull’esistenza della viola de cocho che risalgono al XIX secolo, precisamente quando lo scienziato Karl von den Steinen descrisse le feste religiose del Pantanal accompagnate dal cururu, un ritmo popolare.
Le origini, tuttavia, sono poco chiare: è opinione diffusa che lo strumento sia di origine portoghese e che sia stato introdotto durante la spedizione esplorativa della regione del centro-est; i nativi avrebbero ricreato l’originale parente europeo utilizzando i materiali locali e rivoluzionando il modo di suonarlo. Da qui la nascita dei peculiari ritmi cururu e siriri che accompagnavano (e accompagnano) le danze di São Gonçalo, folião, ladainha, rasqueado limpa banco (o rasqueado cuiabano) e le tradizionali feste religiose organizzate dai devoti e dalle confraternite.
Nel 1950, con l’avvento della radio e della televisione, la viola de cocho iniziò a perdere la propria importanza avviandosi verso l’estinzione.
Nel mese di gennaio del 2005, inoltre, il Ministero della Cultura, seguendo le direttive della Política de Patrimônio Imaterial do Governo Brasileiro, ha incluso il "Registro" do Modo de Fazer a Viola de Cocho nel Patrimônio Imaterial do Brasil.
Secondo la Secreteria de Comunicaçao do Ministério da Cultura, il primo documento storico ufficiale dell’esistenza della viola risalirebbe al XX secolo, tuttavia, lo strumento è uno degli oggetti maggiormente rappresentativi della cultura matogrossense e pantaneira più antica.
Attualmente, i principali laboratori dediti alla costruzione della viola de cocho si trovano nel Mato Grosso e sono portati avanti dai “fazedores” (artigiani): Caetano Ribeiro e da suo figlio Alcides Ribeiro, da Manoel Severino (in memoriam), da Francisco Sales, da Seu Bugre, da Seu Paulino e da Venceslau.
Esempio di esecuzione alla viola de cocho: