Se ho sofferto molto, non me lo chiedere
Se ho sofferto molto, se ancora soffro
Per il tuo amore?!
Non me lo chiedere! Che dell'inferno la vita
Non è peggior!..
Io! Vegetare sulla terra tra i felici!
Cosa faccio qui?
Sogni d'amore, di gloria - sono andati via
Dietro te!
Per vedere se trovo di speranza un raggio
Guardo intorno,
E non vedo nulla e più profondo sento
Nel petto il dolore!
Cosa faccio qui? Giorni stanchi, anni
Senza fine - durare!
Dopo averti persa, vivere ancora
Vivere! Penare!...
Io, no! Chi è felice e apprezza la vita,
Teme di perderla!
Riguardo a me non ho nè paura nè avversione alla morte,
La supplico!
Benedetta sia poichè mi sarà
mandata - da Dio.
Uccidermi, no; voglio ancora vederti
Felice nei cieli!
Ma nell'abisso del dolore, dove mi butto?
- In questa afflizione
Nera come il dolore del cieco che nella strada
mendica il pane!
Come il dolore del pellegrino che nell'oscurità
Erra senza prudenza,
E, sbagliato il cammino, s'è nascosto nei campi,
Non esce di là!
In questo viver soffrendo, errante, pazzo
Misero Jò,
Dove amici e nemici con rivalità
Pungono senza dolore!
A volte, dell'amarezza nel riposo,
al Creatore,
La mia anima eleva cantici di grazie,
Inni d'amor!
Che se dovessi rinascere oggi,
Soffrire ciò che ho sofferto...
Io vorrei vivere per amarti ancora
E essere amato da te!
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Se muito sofri já, não me perguntes
Se muito sofri já, se ainda sofro
Por teu amor?!
Não me perguntes! que do inferno a vida
Não é pior! ...
Eu! vegetar da terra entre os felizes!
Que faço aqui?
Sonhos de amor, de glória, — lá se foram
Atrás de ti!
A ver se encontro d'esperança um raio
Olho em redor,
E nada vejo, e mais profunda sinto
No peito a dor!
Que faço aqui? Dias cansados, anos
Sem fim — durar!
Depois que te perdi, viver ainda,
Viver! penar! ...
Eu, não! Quem for feliz que preze a vida,
Tema perdê-la!
Por mim não tenho horror, nem tédio à morte,
Clamo por ela!
Bendita seja pois a que mandada
Me for — por Deus.
Matar-me, não; que quero ver-te ainda
Feliz nos céus!
Mas no pego da dor, em que me abismo?
— Nesta aflição
Negra como a do cego que na estrada
Esmola o pão!
Como a do viajor que pelas trevas
Sem tino vai,
E, errado o trilho, se embrenhou nas matas,
Nem delas sai!
Neste viver sofrendo, errante, louco,
Mísero Jó,
Que amigos e inimigos à porfia
Pungem sem dó!
Às vezes, da amargura no remanso,
Ao Criador
Minha alma eleva cânticos de graças,
Hinos de amor!
Que se estivesse em mim renascer hoje,
Sofrer o que sofri...
Eu quisera viver para ainda amar-te
E amado ser por ti!