Óbidos è una città dello Stato del Parà, localizzata nella microrregião de Óbidos, mesorregião do Baixo Amazonas. Confina a nord con la Repubblica del Suriname e con il municipio di Almeirim, a sud con Santarém e Juruti, ad est con Alenquer e, ad ovest, con Oriximinà. Ha una popolazione di più di 50 mila abitanti, distribuita su una superficie di circa 30 mila kmq ed è distante dalla capitale Belém circa 1.100 km.
Obidos ha un’economia agricola, turistica e commerciale. Il municipio, infatti, produce il filo di
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juta e il famoso anacardo del Parà. La città ha anche numerosi punti turistici meta di molti visitatori, oltre che un porto fluviale che favorisce il settore commerciale.
Storia
I primi abitanti della zona furono i Pauxis, una tribù di indios che viveva sul margine sinistro del fiume Amazonas, precisamente 8 miglia più in basso dalla confluenza con il Rio Trompetas, popolando una gola dove il fiume registrava una larghezza di circa 2’000 metri e una profondità di 75. Il posto veniva chiamato “garganta do Rio Amazonas” o ”fivela do rio”.
A seguito del contrabbando di merci proibite e dei continui rapimenti di indios da parte di naviganti di diverse nazioni, nel 1697, il governatore Coelho de Carvalho ordinò a Manuel da Mota Siqueira di costruire un fortino, il famoso Forte dos Pauxis. L’opera fu edificata sul margine destro del fiume e fu costruita impiegando legno e argilla.
Quando il governatore dell’Amazzonia Mendonça Filho (fratello del Marquês de Pombal) decise di organizzare la regione, il luogo che ospitava il Forte venne accorpato a due aldeias fondate dai frati della Pietà. Dall’unione nacque la Vila Olbidos, chiamata così per la particolare somiglianza con l’omonima città portoghese. Dopo circa un secolo, la vila diventò l’attuale città.
Turismo
Forte de Santo Antônio dos Pauxis de Óbidos – meglio conosciuto come Forte dos Pauxis, è localizzato sul margine destro del Rio Amazonas. La particolare posizione strategica del luogo del fortino fu già oggetto di attenzioni nel XVII secolo, basti citare le parole del Capitão-mor della Capitania do Grão-Pará e Cabo, Pedro Teixeira (1637-1639):
“La parte più stretta dove questo fiume raccoglie le proprie acque, è di poco maggiore di un quarto di lega all’altezza di 2° e 40’, un luogo che, senza dubbi, la Divina Provvidenza ha voluto che, restringendo lì questo dilatato mar dolce, si costruisse una fortezza per impedire il passaggio di qualunque armata nemica, per quanto grande possa esser la forza che porti, che entri tramite la bocca principale di questo grande fiume, che entri tramite il Rio Negro, lì dovrebbe esser collocata la difesa.”(ACUÑA, Cristóvão d' Novo descobrimento do grande rio das Amazonas. 1641. RIHGB. Rio de Janeiro: Tomo XXVIII, Vol. XXX, Parte I, 2º Trim/1865. p. 187)
L’opera fu costruita per volere del Governador e Capitão-general dello Estado do Maranhão, Antônio de Albuquerque Coelho de Carvalho e fu uno dei 4 forti creati a proprie spese dal maranhense Capitão Francisco da Mota Falcão, in cambio della indulgenza della Corona nei suoi confronti.
A seguito della morte di Mota Falcao, subentrò il figlio Manoel da Mota Sequeira, il quale continuò i lavori impiegando argilla e calce e fornendo la struttura di quattro cannoni di piccolo calibro, oltre che di un piccolo distaccamento di soldati.
L’edificio fu, primariamente, chiamato Presídio dos Pauxis, in onore alla tribù indigena che abitava l’area, tuttavia, quando l’aldeia dos Pauxis diventò Vila Olbidos, la costruzione passò a chiamarsi Forte de Obidos.
Più tardi, la struttura diventò un luogo di controllo per riscuotere i dizimos (10% di tasse) della Corona Reale: le imbarcazioni che passavano, da o per le Capitania de Mato Grosso o la Capitania de São José do Rio Negro, erano obbligate a fermarsi per adempiere agli obblighi fiscali.
A partire dal 1749, sotto il comando del Capitão Balthazar Luiz Carneiro, a causa della scarsa manutenzione, il Forte iniziò ad indebolirsi. Il Governo non mise a disposizione dei fondi per le riparazioni, allora, il Capitão Ricardo Antônio da Silva Leitão decise di farsi carico dei lavori e ricevette le lodi di Francisco Xavier de Mendonça Furtado, Capitão-general do Estado do Grão-Pará e Maranhão. La struttura militare fu dotata di 3 cannoni, sette munizioni, 2 arrobas (unità di misura portoghese) e 18 libbre di polvere, 20 libbre di piombo, 46 libbre di colpi per moschetto e di un organico composto da un comandante, un tenente, un sergente aiutante e sei soldati.
Nove anni dopo, il forte si trovava in uno stato di pessima manutenzione, così come riportato dal Mestre de Campo José Miguel Aires, pertanto, nel 1784, si rese necessaria la costruzione di un piccolo quadrato di mura di cinta.
Periodo Imperiale
I lavori di ricostruzione dell’edificio, a prescindere dalla varie sollecitazioni ricevute durante il periodo imperiale (1749 – 1784), iniziarono solo durante il Secondo Imperio, precisamente il 2 ottobre del 1854. Il progetto, disegnato dal Major de Engenharia Marcos Pereira de Salles, prevedeva una pianta a semicerchio con un parapetto dotato di 10 cannoni di diverso calibro, tra i quali quattro Armstrong.
Lo stabile, tuttavia, era ancora debole, così come dimostrato dell’episodio del 1862 delle navi peruviane Morona e Pastazza: due imbarcazioni, disobbedendo agli ordini impartiti da Belém, forzarono il passaggio ad Obidos. Il forte ricevette un tiro inoffensivo e registrò gravi danni, il Ministro da Guerra Ângelo Moniz da Silva Ferraz, allora, nel 1866, portò all’attenzione del Governo la necessità di interventi più massicci sulla struttura.
Solo due anni dopo, con la nomina del responsabile dei lavori João Lustosa da Cunha Paranaguá, ci furono degli interventi significativi sul Forte dos Pauxis, quali: la costruzione di una piattaforma in pietra di Lisbona, la dotazione di soldati e caserme, il lati est ed ovest, tuttavia, furono chiusi perchè protetto dal fiume.
Periodo Repubblicano
Nel periodo 1909-1911, l’edificio militare fu interessato da ulteriori riparazioni. Dal 1902 al 1911, inoltre, venne rafforzata la difesa dell’area con la costruzione di un nuovo forte sulla Serra da Escama. Durante la Prima Guerra Mondiale, il complesso era difeso dal 4º Batalhão de Artilharia, ma, a partire dal 1930, entrambi i forti furono disarmati, per essere rimessi in funzione durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo la fine del conflitto, i resti del Forte dos Pauxis furono occupati da una stazione radio dell’Exercito Brasileiro.
Nel 1958, invece, le caserme passarono ad ospitare un distaccamento della 8ª Região Militar, fino al 1967, quando tutto fu portato via e conservato dalla Prefeitura de Obidos.
Attualmente il forte, circondato dal centro storico della città, è accessibile ai visitatori.
Forte Gurjão – un edificio difensivo posizionato sul margine sinistro del Rio Amazonas. Il nome nacque da un omaggio al Tenente-Coronel Hilário Maximiniano Antunes Gurjão, eroe della battaglia di Tororò del 1860.
La decisione di costruire il Forte Gurjao fu presa, nel 1902, durante l’amministrazione Mallet, dal Ministério da Guerra che stava studiando un modo per fortificare la zona Amazonas. Fu individuata come sede la Serra da Escama. Nel 1909, la struttura ospitava già la caserma dei soldati e le opere erano quasi al termine, l’edificio, inoltre, fu dotato di cannoni di diverso calibro.
Durante la Prima Guerra Mondiale, a seguito della conquista della zona da parte dei rivoluzionari, il forte fu interessato dalla presenza del 4º Batalhão de Artilharia.
A partire dal 1930, l’edificio fu disattivato e, durante la Revolução Constitucionalista de 1932, i cannoni vennero utilizzati per armare la Jaguaribe, successivamente affondata nella baía de Itacoatiara dalla nave a vapore legalista Ingá.
Attualmente, la struttura è a disposizione dei turisti.
Capela do Bom Jesus – fu costruita nel 1800 dalla popolazione olbidense a seguito di un sacrilegio commesso ai danni della Igreja Matriz. Chiamata anche Capela do Desgravo (riparazione), è posizionata in cima ad una collina dietro la Prigione Pubblica.
Circa il sacrilegio che diede vita alla costruzione dell’edificio religioso, ci sono due storie popolari: la prima parlava di tre sacrileghi che, dopo esser aver rubato dei calici ed esser stati inseguiti da un esercito di angeli, abbandonarono parte della refurtiva sulla collina dove attualmente c’è la Capela; il secondo racconto riferiva che i malintenzionati, dopo il furto, avrebbero sparso le ostie contenute nei calici sul colle. Il giorno dopo, gli abitanti avrebbero trovato un gregge di pecore inginocchiate intorno al luogo dello spargimento.
La Capela do Bom Jesus ha sempre ospitato grandi cerimonie, come la dichiarazione di indipendenza del Brasile il 12 novembre del 1823, quando venne celebrato il TEDEUM. L’utilizzo della chiesetta era motivato dall’impossibilità di usufruire della Matriz de Sant’Ana, inagibile per un periodo di tempo.
Nel 1827, quando finalmente fu riaperta la Igreja Matriz, la Capela si trovava in un pessimo stato, tale da essere abbandonata da parte degli olbidensi.
La società di Olbidos, all’epoca, era divisa in due gruppi sociali: da un lato, i ricchi, dall’altro i poveri che vivevano ai margini del fiume, producendo ricchezze delle quali non potevano usufruire. Proprio per questo nacque un movimento di rivolta popolare, il Movimento Cabano.
Il municipio venne interamente occupato dai rivoltosi, i quali sottrassero i beni alla popolazione benestante. Il parroco Raimundo Sanches de Brito affermò che il clima violento era frutto di un castigo divino per aver abbandonato la Capela do Desagravo.
Spaventati dalla situazione, le famiglie più ricche, per far ritornare la pace, promisero di costruire una nuova chiesetta, chiamata Capela do Bom Jesus. La promessa fu mantenuta solo dopo 20 anni, a causa dell’enorme crisi economica che scatenò la rivolta.
La costruzione del nuovo edificio religioso avvenne grazie al finanziamento delle famiglie benestanti e al lavoro delle persone umili, come la schiava Eulalia e Laurindo Ferreira da Silva, ceduti dai propri signori per erigere la cappella, inaugurata il 4 ottobre del 1855.
La chiesetta possiede elementi caratteristici delle costruzioni gesuite dei secoli XVI, XII, XVIII, così come confermato dalla presenza dei porticati situati anteriormente alla porta d’ingresso. L’uso del portico è di influenza iberica e si presume che, come in Europa, fosse stato costruito per evitare l’accesso ai più umili.
La Segunda Capela do Desagravo fu costruita vicino all’antica Capela do Desagravo ed aveva delle vetrate minuscole. L’edificio veniva utilizzato dal parroco per celebrare funzioni religiose all’aperto e messe di suffragio ai familiari dei ricchi uccisi dai cabanos nel luogo conosciuto come Bota d’Agua.
Catedral de Sant’Ana – nel VIII secolo fu costruita la prima chiesa di Olbidos, la Matriz de Sant’Ana, impiegando lo stesso stile delle altre edificazioni presenti nell’Aldeia Pauxis, ossia foglie di palma come copertura e argilla sulle pareti. Non a caso, il frate João de São José, presente nel povoado nel 1862, così descrisse l’edificio: “Chiesa comune, coperta di foglie”.
Nel 1758, quando Obidos diventò una Vila, Mendonça Furtado riscattò una piazza, probabilmente la Praça de Sant’Ana, dopo chiamata Largo da Cadeia e oggi conosciuta come Praça Barao do Rio Branco. Lì, oltre alla chiesa, fu costruito un pelourinho (colonna di pietra), dove venivano castigati indios e neri macchiatosi di delitti. La colonna venne eliminata successivamente, forse dopo l’Abolizione della Schiavitù nel 1888.
Nel 1785, 24 anni dopo la visita del frate Sao José, il General Martinho de Souza e Albuquerque visitò la Igreja e notò il pessimo stato della struttura, allora ne ordinò la ricostruzione in luogo diverso seguendo le direttive dell’ingegnere Joao Brown.
L’edificazione della Igreja Matriz de Santa’Ana iniziò nel 1786 e si concluse nel 1827, continuamente interrotta dai conflitti tra il Clero e la Coroa Real, stessi contrasti che, nel 1759, determinarono l’espulsione dei religiosi dall’Amazzonia.
Il clima di tensione era legato alla politica del Marques de Pombal e di suo fratello Mendonça Furtado, nominato governatore della Província do Grão Pará e Maranhão nel 1751. I due, nel 1755, proposero la liberazione degli indigeni, avvenuta solo nel 1757 e nel 1758, a causa dell’opposizione da parte dei coloni e dei religiosi, contrari al riconoscimento della libertà.
Proprio per questo, la ricostruzione della chiesa di Obidos, amministrata male dai padri secolari e dalle confraternite religiose, causò l’interruzione del lavori per ben 41 anni, oltre che la perdita della bellezza estetica originale, riconducibile allo stile della Capela do Bom Jesus e delle altre chiese costruite seguendo i canoni del vecchio continente.
I francescani di Olbidos, il 5 gennaio del 1809, dopo 150 anni di esilio, ritornano al municipio e trovarono la Igreja Matriz in pessimo stato, allora, i padri Luiz Wangle e Peregrino Ribelerà decisero di raccogliere delle offerte per ultimarne la costruzione.
I frati Rogério Rogers e Gregório Broettec, inoltre, giunti in loco nel 1813, intensificarono le opere anche se furono costantemente interrotte. I lavori furono realizzati nei primi vent’anni del XX secolo, quando la parrocchia si preparava per il centenario della Igreja Matriz.
La facciata originale della chiesa, rimase la stessa del 1827 fino alla metà del ‘900. Negli anni ‘50, invece, venne modificata e, negli anni ‘60, l’altare all’interno venne demolito.
Regione Curumù – è una meta turistica localizzata nella zona rurale del municipio di Obidos. La Vila União do Curumú è di facile accesso, tanto per via fluviale che per via terreste, impiegando appena 30 minuti di viaggio. Tra le attrazioni della zona, ci sono: il Lago Curumù, le spiagge fluviali, la Cachoeira do Pancada (o Curumú) e la Serra do Curumú, alta circa 120 metri.
La Cachoeira da Amizade e la Cachoeira do Pancada, invece, sono due cascate della zona molto importanti, specialmente la prima con i suoi sette metri d’altezza.
Serra da Escama - I segni della Serra cominciano all’alba, con i versi delle scimmie guariba. Normalmente il sole sorge dietro la Serra, alle 6 del mattino, per questo molti obidenses, dalla posizione del sole, risalgono all’orario.
In certi periodi dell’anno, la catena montuosa si riempie di colori a seguito della fioritura dei Pau-Arco-Amarelo. Il miglior periodo per visitare la Serra è quando il Rio Amazonas raggiunge il livello di acqua più basso.
La vetta della montagna è raggiungibile dopo aver percorso circa 80 metri di foresta. In cima è ammirabile uno splendido panorama di Olbidos e del Rio Amazonas percorso da moltissime piccole imbarcazioni. In alcuni tratti della Serra da Escama è possibile visitare siti archeologici con pitture rupestri.
Festividade da Nossa Senhora de Sant’Ana – Nel mese di luglio, Obidos festeggia San’Ana, un’occasione per dare vita a molti appuntamenti all’insegna del folclore, come il boi-bumbá e la garcinha. Migliaia di turisti arrivano da tutte le parti del Brasile per poter ammirare il Cirio, ossia la caratteristica processione fluviale.
Carnevale di Obidos – la festa dura più di una settimana ed è conosciuta come Carnapauxis. Ogni anno l’evento cresce sempre di più e porta in strada numerosi blocos, con più di 10 mila spettatori.
Festival Folklorico – nel mese di ottobre, la città di Olbidos ospita un festival tipicamente nordestino con diversi tipi di danze, quali: lundu, o xote, o carimbó, bois-bumbá e i cordões de pássaro
Referências
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- IBGE (10 out. 2002). Área territorial oficial. Resolução da Presidência do IBGE de n° 5 (R.PR-5/02). Página visitada em 5 dez. 2010.
- Estimativa Populacional 2013 (PDF). Censo Populacional 2013. Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística (IBGE) (1º de julho de 2013). Página visitada em 29 de agosto de 2012.
- Ranking decrescente do IDH-M dos municípios do Brasil. Atlas do Desenvolvimento Humano. Programa das Nações Unidas para o Desenvolvimento (PNUD) (2010). Página visitada em 21 de setembro de 2013.
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- Museu Integrado de Óbidos