Il Theatro da Paz, una delle maggiori attrazioni di Belém, venne originariamente chiamato Theatro Nossa Senhora da Paz, come omaggio, da parte del vescovo Dom Macedo Costa, alla fine della guerra in Paraguay. Il nome della Nossa Senhora, tuttavia, associato ad un centro mondano, sembrava improprio e, quindi, venne rimosso dal vescovo stesso.
L’idea di costruire la struttura nacque dall’esigenza di svago dei baroni del lattice, tant’è vero che i fondi impiegati nel progetto facevano parte dei proventi del Ciclo da Borracha. Le grandi dimensioni, poi, vennero giustificate dalla richiesta di spazio degli spettacoli lirici.
Prima della realizzazione del Teatro Estadual Palácio das Artes Rondônia, il Theatro da Paz deteneva il titolo di maggiore struttura della Região Norte. Attualmente è ritenuto uno dei più lussuosi del Brasile.
Storia
L’ingegnere militare pernambucano José Tibúrcio Pereira Magalhães fu l’autore del progetto del teatro, ispirato a La Scala di Milano. La costruzione, invece, fu curata da Calandrine de Chermont.
Il 3 marzo del 1869, fu posta la prima pietra, mentre la consegna dei lavori avvenne solo nel 1874.
La realizzazione dell’opera, tuttavia, non fu immune da problemi: vennero presentate denunce contro i costruttori, seguite da indagini che tardarono l’ultimazione. A ciò si aggiunse un costo complessivo che superò di gran lunga le aspettative. Nonostante tutto, il teatro venne inaugurato il 15 febbraio del 1878.
Alla cerimonia d’inaugurazione partecipò l’alta classe paraense, la quale ebbe l’onore di assistere alla rappresentazione de Le Due Orfanelle del drammaturgo francese Adolphe d'Ennery, inscenato dalla Companhia Pernambucana Vicente Pontes de Oliveira.
Il Theatro da Paz, pian piano, si trasformò in uno dei maggiori poli culturali della regione, oltre che in una vera e propria fiera di vanità con relativa sfilata di gioielli e vestiti eleganti.
Tra il 1887 e il 1890, con l’obbiettivo di abbellire la struttura, vennero effettuati dei lavori. Risalivano a quest’epoca gli affreschi degli artisti Chrispim do Amaral e Domenico De Angelis.
Nel 1904, invece, il teatro dovette affrontare delle ristrutturazioni a seguito di danni riportati sul frontone. Il progetto dell’epoca prevedeva la rimozione di una colonna, rispettando, così, la regola classica del numero pari. Il frontone, inoltre, venne avvicinato maggiormente alla struttura, donando un aspetto più imponente e lussuoso. I lavori furono commissionati dalla Sociedade Artística Internacional e Agusto Montenegro, governatore dell’epoca, ordinò che, sotto il frontone, al posto delle finestre, venissero installati dei busti simbolizzanti le arti: Danza, Poesia, Musica e Tragedia, mentre al centro, il posizionamento dello stemma dello stato del Parà avrebbe fortificato la simbologia repubblicana.
Agli inizi del ‘900, Belém iniziava a sentire il declino del Ciclo da Borracha, crisi che si ripercosse anche sul teatro. Nonostante tutto, la struttura riuscì ad ospitare, negli anni ‘30, l’opera O Guarani di Carlos Gomes, l'esibizione della ballerina russa Ana Pavlova e lo spettacolo della cantante lirica Bidu Sayão.
Negli anni ‘60, inoltre, l’edificio fu ristrutturato nuovamente e, all’interno, venne realizzato l’affresco con tematica amazzonica dell’artista Armando Balloni.
Nel 1996, ancora, su iniziativa della Secretaria Executiva de Cultura do Parà in collaborazione con la Fundação Carlos Gomes, nacque la prima orchestra nella storia del teatro: la Orquestra Sinfônica do Teatro da Paz (OSTP).
Interno
Hall da entrada – la hall è decorata con materiali importati dall’Europa: ferro fuso inglese sugli archi delle porte; scale in marmo italiano; candelabri francesi; busti in marmo di Carrara degli scrittori brasiliani José de Alencar e Gonçalves Dias; statue in bronzo francese; pavimento con tasselli portoghesi incollati con la colla di gurijuba (un pesce della regione).
Corredor das Frisas – nel 1905 venne chiusa la porta d’accesso principale al Salao de Espetaculos, la scelta era finalizzata al perfezionamento dell’acustica. Al suo posto venne collocato uno specchio in cristallo francese affiancato da due statue in pietra francese. Sulle pareti è possibile ammirare i cartelli originali con il regolamento del teatro. Il pavimento è in parquet con tasselli di legno locale.
Salao de Espetaculos – inizialmente conteneva 1100 posti, oggi ne sono solo 900. Le poltrone conservano ancora lo stile dell’epoca: schienale in legno e sedile in paglia intrecciata, una scelta pensata per il clima della regione. La balaustra, invece, è in ferro inglese placcato d’oro. Sul cielo è ammirabile un affresco che raffigura il dio Apollo che conduce la dea Afrodite e le muse dell’arte in Amazzonia. Al centro della pittura, un lampadario è stato installato al posto del grande ventilatore. Le pareti laterali ospitano dei dipinti con motivi floreali, mentre il livello della tappezzeria dipendeva dalle diverse fasce sociali del pubblico, passando da costosissime decorazioni a fattezze più semplici.
Salao Nobre – anticamente riservato alla nobiltà e dedicato al ballo o all’intrattenimento durante gli intervalli, il salone è decorato con specchi, lampade in cristallo francese e busti in marmo di Carrara di due grandi artisti dell’epoca: Carlos Gomes e Henrique Gurjão. Gli affreschi sul cielo, firmati dal pernambucano Armando Baloni, ritraggono le muse della musica ispirate dalla fauna e dalla flora amazzonica.
Fonti
- Rose Silveira. O Theatro da Paz e sua história (em português) Internet Movie Database.
- Vicente Sales. Theatro da Paz - Tempo e Gente (em português) Theatro da Paz.
- Theatro da Paz, site oficial: http://www.theatrodapaz.com.br/pagina.php?cat=151¬icia=367
- MORIM, Júlia. Theatro da Paz. Pesquisa Escolar Online, Fundação Joaquim Nabuco, Recife.