Machado de Assis
21 giugno 1839, Rio de Janeiro
29 settembre 1908, Rio de Janeiro
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As Rosas | Le Rose Rose che sbocciate, Come i primi amori, Ai soavi splendori Mattutini; Invano ostentate, invano, La vostra grazia suprema; Vale poco; è il diadema Dell’illusione. Invano riempite d’aroma l’aria del pomeriggio; Invano aprite il seno umido e fresco Ai baci amorosi del sol nascente; Invano ornate la fronte alla gentil vergine; Invano, come pegno di puro affetto, Come un legame d’anime, Passate dal seno amante al seno amante; Lì scocca il momento infausto in cui è necessario morire; le foglie belle Perdono il rigoglio del primo mattino, Le grazie e il profumo. Rosa cosa siete allora? – Resti perduti, Foglie morte che il tempo dimentica, e sparge Brezza d’inverno o mano indifferente. Tale è il vostro destino, O figlie della natura; Malgrado la vostra bellezza. Morite; Ma, no…Se la mano d’un poeta Vi coltiva ancora, oh rose, Più vive, più allegre, Fiorirete |
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*traduzione non ufficiale
Machado de Assis, in 'Crisálidas'