Gli anni della dittatura militare in Brasile,sono forse la parentesi politica più nera dell’intera storia del Paese. Prima della dittatura, il presidente più amato tra tutti i presidenti del Brasile: Jocelino Kubitscheck. L'apertura mentale del presidente si rispecchiava concretamente nella sua politica. Ma I grandi poteri economici brasiliani, le grandi Famiglie, gli oligarchi, le multinazionali che facevano capo agli USA, non rimasero certamente a guardare l’operato di Jocelino e di conseguenza operarono.....con l’aiuto (direi più che un aiuto dei servizi segreti USA). Salirono al potere i militari, il bel sogno si tramutò in incubo. Il governo sciolse i cani della censura che dilaniarono la cultura, la ridussero a brandelli, sia essa cinema, letteratura, teatro, stampa. Fu creato un organo ad hoc, inquietante, che aveva carta bianca su tutte le opere pubblicate.Molti musicisti scapparono per amore dell'arte e anche per evitare ritorsioni sulla propria pelle proprio perchè si aggiravano squadroni paramilitari nelle strade che agivano arbitrariamente.Tra questi dobbiamo ricordare Chico Buarque, Francis Hime, Carlos Lyra, Caetano Veloso, Gilberto Gil, Sergio Ricardo,Vinicius de Moraes (benchè diplomatico), Juca Chaves, Nara Leao, Maria Bethania, Edù Lobo, e soprattutto Geraldo Vandrè. Lo stato arrivò a fare vero e proprio terrorismo. Nel 1973, in occasione di un concerto a Sao Paolo nel Palacio do Anhembì, realizzato coraggiosamente dalla Phonogram contro la decisione di incarcerare coloro che manifestavano dissenso contro la libertà di espressione, parteciparono E.Regina, Caetano Veloso, Chico Buarque, Jorge Ben, G.Gil, N.Leao, Ivan Lins, Wilson Simonal, Maria Bethania, Raul Seixas, Fagner, Jair Rodrigues, MPB4. L' evento durò ben 3 giorni e che vide la presenza di circa 5000 persone al giorno (ma con massiccia presenza di spie del regime...). Il regime sabotò l’impianto acustico e delle luci, per evitare che gli artisti potessero cantare brani di protesta ostili al regime. In quel momento c'era l'esibizione di Chico Buarque e Gilberto Gil. Stavano eseguendo “Calice” scritto insieme a Milton Nascimento. Quando si spense l’amplificazione, Chico non esitò a gridare : CENSURA FILHA DA PUTA....”. Di questo evento ci è arrivato un bellissimo DVD e due cd (il lavoro si chiama ( PHONO ‘73) che ripercorrono quell’evento e che è estremamente rappresentativo del clima che si respirava in quegli anni in Brasile,oppresso dalla feroce dittatura militare.
Papà! allontana da me questo caliceDe vinho tinto de sangue...(2x)
Di vino sporco di sangue Como beber dessa bebida amarga
Come bere questa bibita amara
Tragar a dor e engolir a labuta?
Inghiottire il dolore e ingoiare a fatica?Mesmo calada a boca resta o peito.
Anche se la bocca è chiusa resta il pettoSilêncio na cidade não se escuta.
Silenzio nella città non si ascolta.De que me vale ser filho da santa?!
A cosa mi serve essere figlio della santa?!Melhor seria ser filho da outra;
Meglio essere figlio dell'altraOutra realidade menos morta;
L'altra realtà meno morta; Tanta mentira, tanta força bruta.
Tanta bugia, tanta forza bruta Pai! Afasta de mim esse cálice
Papà! allontana da me questo caliceDe vinho tinto de sangue...
Di vino sporco di sangue... Como é difícil acordar calado
Come è difficile svegliarsi zittoSe na calada da noite eu me dano.
Se nel silenzio della notte mi dannoQuero lançar um grito desumano,
Voglio lanciare un grido disumanoQue é uma maneira de ser escutado.
Che è un modo per essere ascoltato
Esse silêncio todo me atordoa...
Tutto questo silenzio mi stordisceAtordoado eu permaneço atento
Stordito resto attentoNa arquibancada, prá a qualquer momento
Sugli spalti, per in qualche momentoVer emergir o monstro da lagoa.
Veder emergere il mostro dal lago Pai! Afasta de mim esse cálice
Papà!allontana da me questo caliceDe vinho tinto de sangue...
Di vino sporco di sangue... De muito gorda a porca já não anda. (Cálice!)
Per il troppo grasso la porca non cammina (calice)De muito usada a faca já não corta
Per il troppo uso il coltello non tagliaComo é difícil, Pai, abrir a porta... (Cálice!)Come è difficile, papà, aprire la porta.. (Calice)
Essa palavra presa na garganta...
Questa parola imprigionata nella golaEsse pileque homérico no mundo.
Con questa ubriachezza epica nel mondoDe que adianta ter boa vontade?
A che mi serve avere buona volontà?Mesmo calado o peito resta a cuca
Anche se zitto il petto resta la furbiziaDos bêbados do centro da cidade.
Degli ubriachi del centro della città Pai! Afasta de mim esse cálice
Papà! Allontana da me questo caliceDe vinho tinto de sangue...
Di vino sporco di sangue... Talvez o mundo não seja pequeno, (Cale-se!)
Chissà il mondo non sia piccolo, ( Stai zitto!)Nem seja a vida um fato consumado. (Cale-se!)
Nè sia la vita qualcosa di irrimediabile (Stai Zitto!)Quero inventar o meu próprio pecado. (Cale-se!)
Voglio inventare il mio peccato (Stai zitto!)Quero morrer do meu próprio veneno. (Pai! Cale-se!)
Voglio morire del mio veleno (Papà!Stai zitto!)Quero perder de vez tua cabeça! (Cale-se!)
Voglio perdere per una volta la tua testa! (Stai zitto!)Minha cabeça perder teu juízo. (Cale-se!)
Voglio che la mia testa perda il tuo buonsenso (Stai zitto!)Quero cheirar fumaça de óleo diesel. (Cale-se!)
Voglio respirare fumo di gasolio (Stai Zitto!)Me embriagar até que alguém me esqueça. (Cale-se!)
e ubriacarmi fino al loro oblio
Il video della canzone durante Phono 73, a Chico fu staccato il microfono:

O bebado e a Equilibrista
E un ubriaco vestito a luttoMe lembrou Carlitos...
Mi ricordò Carlito... A lua
La lunaTal qual a dona do bordel
Uguale ad una donna di bordelloPedia a cada estrela fria
Chiese ad ogni stella freddaUm brilho de aluguel
Un luccichio come affittoE nuvens!
E nuvole!Lá no mata-borrão do céu
Là nella carta assorbente del cieloChupavam manchas torturadas
Assorbivano le macchie della torturaQue sufoco!
Che ansia! Louco!
Pazzo!O bêbado com chapéu-coco
L'ubriaco con una bombettaFazia irreverências mil
Ha fatto mille irriverenzePrá noite do Brasil.
Durante la notte del BrasileMeu Brasil!...
Brasile mio!.. Que sonha com a volta
Che sogna il ritornoDo irmão do Henfil.
Del fratello di HenfilCom tanta gente que partiu
Con tanta gente che partìNum rabo de foguete
Sulla coda di un razzoChora!
Piangi!A nossa Pátria
La nostra patriaMãe gentil
Madre gentileChoram Marias
Piangono le MarieE Clarisses
E le clarisseNo solo do Brasil...
Sulla terra del Braile... Mas sei, que uma dor
Ma sò, che un doloreAssim pungente
Così pungenteNão há de ser inutilmente
Non esiste inutilmenteA esperança...
La speranza... Dança na corda bamba
Danza su un filo sospesoDe sombrinha
Con un ombrelloE em cada passo
E ad ogni passoDessa linha
Su questa lineaPode se machucar...
Può farsi male... Azar!
Il video della canzone, era il 1979:
Vai, meu irmão
Prendi questo aereoVocê tem razão de correr assim
Hai ragione a correre cosìDesse frio, mas beija
Da questo freddo, ma baciaO meu Rio de Janeiro
Il mio Rio de JaneiroAntes que um aventureiro
Prima che un avventurieroLance mão
Vi metta manoPede perdão
Chiedi perdonoPela duração dessa temporada
Per la durata di questa permanenzaMas não diga nada
Ma non dire nullaQue me viu chorando
Che mi hai visto piangereE pros da pesada
E a quelli del gruppettoDiz que vou levando
Dici che vado avantiVê como é que anda
Vedi come vaAquela vida à toa
Quella vita inutileE se puder me manda
E se puoi mandamiUma notícia boa
Una buona notizia Pede perdão
Chiedi perdonoPela omissão um tanto forçada
Per la mancanza abbastanza forzataMas não diga nada
Ma non dire nullaQue me viu chorando
Che mi hai visto piangereE pros da pesada
E a quelli del gruppettoDiz que vou levando
Dici che vado avantiVê como é que anda
Vedi come vaAquela vida à toa
Quella vita inutileE se puder me manda
E se puoi mandamiUma notícia boa
Una buona notizia
Il video della canzone:
Panis Et Circenses
(Caetano Veloso / Gilberto Gil - 1968)
Eu quis cantarIo ho voluto cantare
Diz que fui por aì
Se alguém perguntar por mim
Dici che sono stata lì
Levando o violão embaixo do braço
Portando la chitarra sotto il braccioEm qualquer esquina eu paro
In ogni angolo mi fermo Em qualquer botequim eu entro
In ogno bar entro Se houver motivo
Se vi è motivo É mais um samba que eu faço
E' ancora un altro samba che faccioSe quiserem saber se volto
Se vogliono sapere se torno Diga que sim
Digli di sì Mas só depois que a saudade se afastar de mim
Ma solo dopo che la saudade sarà andata via da meTenho um violão para me acompanhar
Ho una chitarra che mi accompagna Tenho muitos amigos, eu sou popular
Ho amici, sono molto popolare Tenho a madrugada como companheira
Ho l'alba come compagna A saudade me dói, o meu peito me rói
La saudade mi fa male, il petto mi rode Eu estou na cidade, eu estou na favela
sono nella città, sono nella favela Eu estou por aí
Sono lì Sempre pensando nela
sempre pensando a lei
la canzone:
Carcará(João do Vale/José Cândido)canta: Maria Bethania
Carcarà è la canzone più conosciuta nel repertorio di Joao do Vale. Joao era un attento osservatore della natura nordestina. Non ci mise molto a fare di un predatore una metafora di libertà. Il carcarà, anche nei momenti più difficili, sopravvive acchiappa, ammazza e mangia e quando è in pericolo vola più di un aereo.
Anche questa canzone faceva parte dello show Opiniao. All'inizio fu cantata da Nara Leao ma, a causa di un problema che le causò il calo della voce, la canzone fu cantata dall'allora diciottenne Maria Bethania. Maria stupì tutti con la sua performance. La canzone, nel 1966, ispirò la creazione di un prototipo di automobile molto veloce che porta lo stesso nome.
Quem sabe faz a hora