Tomàs Antonio Gonzaga, il cui nome arcadico è Dirceu, fu un giurista, poeta e attivista politico luso-brasiliano.
E' attualmente studiato nelle scuole e nelle università per i suoi versi Marilia de Dirceu, versi notoriamenti arcadici composti per la sua amata.
Tomas nacque l' 11 agosto del 1744 a Miragaia, frazione della città di Porto. Era figlio di madre portoghese e padre brasiliano. Durante il primo anno di vita perse la madre e si trasferì con il padre, un magistrato brasiliano, nel Pernambuco nel 1751. Successivamente si trasferì a Bahia dove studiò nel Colegio dos Jesuitas. Nel 1761 tornò in Portogallo per iscriversi alla facoltà di legge presso la Universidade de Coimbra, ottenendo, così, il titolo di dottor in legge nel 1768. Tomas voleva iniziare la carriera universitaria così scrisse la tesi Tratado de Direito Natural, con la quale focalizzava il tema del diritto naturale utilizzando le lenti della prospettiva tomistica. Subito cambiò idea e si dedicò alla carriera giudiziaria. Ricoprì il ruolo di juiz de fora nella città di Beja, in Portogallo. Quando ritornò in Brasile, nel 1782, fu nominato Ouvidor dos Defuntos e Ausentes della contea di Vila Rica, l'attuale Ouro Preto. Lì conobbe l'adolescente di 17 anni Maria Doroteia Joaquina de Seixas Brandao, la pastorella Marilia in una delle possibili interpretazioni dei suoi poemi.
Durante la sua permanenza in Minas Gerais, scrive Cartas Chilenas, poema satirico in forma epistolare, una violenta critica al governo coloniale. Promosso come desembargador da relaçao da Bahia nel 1786, decise di chiedere in sposa Maria Doroteia due anni dopo. Il matrimonio era fissato per la fine del mese di maggio del 1789. Tomas era povero e più grande di lei, questo gli costò l'opposizione della famiglia dell' amata.
Per il suo ruolo nella Inconfidencia Miniera (organizzazione a favore della indipendenza dal Portogallo) e per la sua collaborazione con altri esponenti di questa corrente ( Cláudio Manoel da Costa, Silva Alvarenga e Alvarenga Peixoto), venne arrestato e accusato di cospirazione nel 1789. Scontò la pena di tre anni nella Fortaleza da Ilha das Cobras a Rio de Janeiro. Tutti i suoi beni vennero confiscati. Rimase separato dalla sua amata. In questi tre anni di permanenza, avrebbe scritto la maggior parte delle opere attribuitegli. Nel 1792, la sua pena fu trasformata in esilio su richiesta della regina Marilia del Portogallo ed il poeta fu spedito sulla costa orientale dell' Africa per scontare, in Mozambico, la condanna di 10 anni.
Nello stesso anno fu lanciata a Lisbona la prima parte di Marilia de Dirceu ( in questa prima pubblicazione non c'è la presenza del poeta e ancora oggi non si sa chi se ne interessò, probabilmente qualcuno dei suoi cari). Nel paese africano lavorò come avvocato e fu ospitato in casa di un commerciante di schiavi; nel 1793 sposò la figlia, Juliana de Sousa Mascarenhas, con la quale ebbe due figli: Ana Mascarenhas Gonzaga, figlia di Juliana prima del suo matrimonio con Tomas Antonio Gonzaga e Alexandre Mascarenhas Gonzaga. Tomas visse per altri 15 anni, ricco e conosciuto, fino a morire nel 1810 a causa di una malattia. Nel 1799 fu pubblicata la seconda parte di Marilia de Dirceu. In Africa occupò gli incarichi di procurador da Coroa e Fazenda e di juiz de Alfandega de Moçambique. Gonzaga fu molto ammirato da poeti del Romantismo come Casimiro de Abreu e Castro Alves. E' patrono del posto numero 37 della Academia Brasileira de Letras.
Opere
Le sue opere principali sono: Tratado de Direito Natural, Marilia de Dirceu, Cartas Chilenas.
La poesia di Tomas Antonio Gonzaga contiene le tipiche caratteristiche dell'Arcadismo e del Neoclassicismo: il bucolico, la natura, l'equilibrio, ecc.. Parallelemente, possiede anche caratteristiche pre-romantiche: confessioni di sentimenti personali, enfasi emotiva (estranea agli esponenti del Neoclassicismo), descrizione di paesaggi brasiliani, ecc.
L'arrivo dell'Illuminismo, pose una sfumatura più razionale alla sua opera che lo portò a razionalizzare maggiormente i conflitti.
Tomas Antonio Gonzaga scrisse versi marcati da uno stile proprio: l'armonizzazione degli elementi razionali e affettivi e un lieve tocco di sensualità. Secondo Alfredo Bosi, Gonzaga fu soprattutto preoccupato nel "trovare la versione letteraria più giusta alle sue attenzioni". Così, "la figura di Marilia, gli amori ancora non realizzati e la sofferenza della separazione, entrano appena come "occasioni" nel canzoniere di Dirceu", ciò che differenzia l'autore dai suoi futuri colleghi romantici.
Marilia de Dirceu
L'opera, dedicata alla sua idealizzata pastorella, riflette la traiettoria del poeta, nella quale la prigione rappresenta una linea di demarcazione. Prima dell'arresto, con un tono di fedeltà, canta l'avventura dell'inizio della relazione amorosa, la soddisfazione dell'amante che, valorizzando il momento presente, cerca la semplicità del rifugio nella natura soave che è a tratti europea, a tratti mineira. Dopo la reclusione, con un tono tragico, canta la sfortuna, l'ingiustizia, il destino e l'eterna consolazione dell'amore verso la figura di Marilia.
Tutto è intriso da semplicità e da grazioso lirismo intimo, denotati dalla naturalezza ed ingenuità nel tratto dei sentimenti e della scelta linguistica.
Nel descrivere un paesaggio campestre, sotto la cui pelle si nasconde della civiltà, Gonzaga dimostra ancora una volta le sue differenze con la filosofia romantica. Tomas segue le regole di confezionamento di egloga nei manuali della poetica del suo tempo. Ma, nel contempo stesso, da buon figlio dell'Arcadismo, imita gli antichi ma aspira al loro superamento.
Marilia ora è mora, ora è bionda. Ciò avvalora ancora la tesi che Marilia - Maria Doroteia nella vita reale - è una figura simbolica che servì alla poesia di Tomas Antonio Gonzaga. Questa particolarità è un fattore di anticipazione del pensiero romantico del XIX secolo.
E' interessante prestare attenzione ad alcuni aspetti di questa opera di Gozaga. Ogni lettera è un dialogo di Dirceu con la sua pastora Marilia, ma, sebbene l'opera abbia la struttura di un dialogo, solo Dirceu parla. Come ricorda bene il critico Antonio Candido, il miglior titolo per l'opera sarebbe stato Dirceu de Marilia ma il patriarcalismo di Gonzaga mai permise di rappresentarsi come la cosa posseduta.