Dopo 47 anni di carriera, arriva Oasis, il 50° disco di Maria Bethania. L'album porta un'immagine di pace sulla copertina (foto di Gringo Cardia): un paesaggio tipico del sertao con cielo limpido, un'atmosfera di calma quasi religiosa. Riprendendo le parole della grande artista, Oasis è un sertao molto particolare, sofisticato, con la semplicità del "ruolo delicato" di Maria Bethania. Le novità dell'album sono due:
N.°1 La totale assenza di una band, un produttore, un arrangiatore, come lei stessa ha affermato: "bene o male, sono io". L'unica collaborazione ammessa dalla Bethania, è stata quella nella direzione dell'album con il bassista Jorge Helder.
N.°2 Il suo contatto con i nuovi musicisti. Maria è felice nel riconoscere l'esistenza di una nuova generazione di musicisti geniali che hanno suonato per lei.
Il filo conduttore dell'album è rappresentato dall'idea della cantante di creare un "nudo", composto unicamente da voce e strumento.
Lagrima è la canzone che apre l'album. Una composizione di Candido das Neves che galleggia sulle note del virtuoso del bandolim Hamilton de Hollanda. Racconta la Bethania di aver ascoltato molto questa canzone con Orlando Silva, di averla cantata ma mai registrata. Da qui, la decisione di registrarla dal vivo con Hamilton.
Salmo, invece, è la canzone che chiude l'album. Una composizione di Rafael Rabelo e Paulo Cesar Pinheiro suonata dal pianista André Mehmari. Maria ascoltò Salmo com Amelia Rabello e lo stesso Raphael. Decise di registrarla suonata dal pianoforte - invece che con la chitarra.
Nell'album presente anche Lenine. La genialità dell'artista è presente nella rilettura di Velho Francisco di Chico Buarque. "Io e Jorge Helder avevamo pensato insieme che doveva essere Lenine, che oltre alla genialità musicale, porta qualcosa di ritmico con sé del Pernambuco, del frevo, dell'Africa dell'inferno che dà un colpo alla chitarra e fa tremare tutto" spiega la scelta la Bethania.
Djavan ha scritto per la cantante Vive, "Lui volle realizzare una canzone per me e me la mandò. Dissi che non la potevo cambiare, questa musica suona con lui", "Lui mi disse: è dal 1978 che non compongo per te, voglio farlo adesso" sottolinea Maria.
Vive è una delle cinque inedite dell'album, le altre sono: Casablanca e Fado di Roque Ferreira; Calmaria è di Jota Velloso, nipote della Bethania. La voce della cantante è accompagnata dai due berimbau di Marcelo Costa e Marco Lobo.
Calunia di Dalva de Oliveira introduce l' ultima inedita: Carta de Amor. "Calunia, su questa donna che fu tradita, calunniata, mi è sembrata una buona preparazione per Carta de Amor. Lascia la calunnia da parte se sei di fatto poeta (verso di Calunia ). Buona parte della grandezza della canzone è lì" afferma la Bethania.
Carta de Amor rappresenta anche il primo testo scritto ed interpretato dalla cantante: "Abbiamo poeti straordinari, ed io sono una cantante popolare. Io scrivo per preservarmi, per proteggere un pochino della vetrina del palco. Sin da ragazzina adoravo scrivere ma brucio tutto, è purificatore", racconta l'artista che questa volta afferma di aver voglia di parlare. "Il mondo è grossolano, senza classe, senza delicatezza", decreta in ultimo Maria Bethania, cercando di preservarsi come artista esigente.