Confeitaria Rocco, esempio di stile eclettico |
Durante la metà del 1800 apparve in scena un gruppo di critici nel panorama architettonico, i primi esponenti di tale corrente furono
José Albano Cordeiro e Moreira de Azevedo. I due promossero nel nuovo continente i criteri architettonici di Johann Joachim Winckelmann, Marc-Antoine Laugier, Quatremère de Quincy, Jean-Nicolas-Louis Durand, Vignola e Palladio. Il risultato fu la nascita dei primi trattati autoctoni, come il Compêndio de Architectura Civil e Hydraulica (1844) di Pedro de Alcântara Bellegarde e il Vocabulario dos Termos Technicos da Arte de Construir (1868-69) di André Rebouças. Lo sviluppo degli studi accademici, poi, unito al proliferare di architetti aperti alle nuove tendenze romantiche, determinò una modifica dello stile neoclassico sancendo un abbandono del rigorismo della sezione aurea per abbracciare una filosofia che, mettendo da parte l'idealismo, si rifugiava nella necessità e nella funzionalità. Esponenti di questo nuovo ordine furono Joaquim Cândido Guilhobel, Jacintho Rebello e, soprattutto, Francisco Joaquim Béthencourt da Silva che inaugurarono un eclettismo basato su nuove soluzioni volumetriche e ornamentali, oltre che su un'evoluzione nella tecnica costruttiva.Santa Casa do Rio, Joaquim Cândido Guilhobel |
Nel 1889, la nuova corrente architettonica, con l'avvento della Repubblica e dei nuovi sentimenti nazionalisti, passò a rappresentare un ideale politico di rottura con il passato portoghese per avvicinarsi ad altre fonti di cultura, quali la Francia e l'Italia.
L'introduzione delle innovazioni tecnologiche nei mezzi di trasporto (ferrovie, tram, auto), nell'industria, nell'edilizia (uso del ferro e dell'acciaio) e nel sistema di produzione (mano d'opera salariata), inoltre, unito all'accelerata urbanizzazione del XIX e XX secolo, portarono ad una rapida espansione delle tecniche architettoniche: oltre alla base neoclassica, l'eclettismo si arricchì degli elementi dello stoicismo e dell'esotismo, evidenziando tratti neobarocchi, moreschi, romanici.
Agli inizi del XX secolo l'eclettismo raggiunse il suo auge: le grandi costruzioni, i palazzi del governo, i teatri, i grandi collegi e, addirittura, le modeste abitazioni degli strati più umili della popolazione rispettavano i canoni eclettici. Il desiderio di affermazione internazionale dello stato tra le grandi potenze capitaliste incrementò l'edificazione in stile moderno, mentre la borghesia, in rapida ascesa, adottava uno stile sontuoso e monumentale, con interni lussuosi e facciate ricche di ornamenti, fattori atti a dimostrare il proprio status e, nel contempo, a creare un mercato immobiliare diverso da quello popolare.
Tra gli architetti di spicco dell'epoca, abbiamo Filinto Santoro in giro per il Brasile, Ramos de Azevedo e Domiziano Rossi a San Paolo, Heitor de Melo a Rio de Janeiro e Theodor Wiederspahn a Porto Alegre, artisti che alzarono il livello dell'architettura brasiliana dell'epoca. Tra gli edifici simbolici realizzati, abbiamo: il Teatro Municipal, la Pinacoteca do Estado, la Estação da Luz e il Palácio das Indústrias a San Paolo, mentre a Rio: il Palácio Monroe (demolito), il Palácio do Catete, il Palácio Laranjeiras, la Polícia Central, il Teatro Municipal, la Biblioteca Nacional, il Palácio Rio Negro e il Teatro Carlos Gomes.
Più tardi, verso la metà del XX secolo, l'avvento del Modernismo fece dell'eclettismo un'aberrazione e portò alla demolizione di vari edifici importanti, tra i quali il celebre Palacio Monroe, il cui abbattimento creò molte polemiche protratte fino ai nostri giorni.
L'introduzione delle innovazioni tecnologiche nei mezzi di trasporto (ferrovie, tram, auto), nell'industria, nell'edilizia (uso del ferro e dell'acciaio) e nel sistema di produzione (mano d'opera salariata), inoltre, unito all'accelerata urbanizzazione del XIX e XX secolo, portarono ad una rapida espansione delle tecniche architettoniche: oltre alla base neoclassica, l'eclettismo si arricchì degli elementi dello stoicismo e dell'esotismo, evidenziando tratti neobarocchi, moreschi, romanici.
Agli inizi del XX secolo l'eclettismo raggiunse il suo auge: le grandi costruzioni, i palazzi del governo, i teatri, i grandi collegi e, addirittura, le modeste abitazioni degli strati più umili della popolazione rispettavano i canoni eclettici. Il desiderio di affermazione internazionale dello stato tra le grandi potenze capitaliste incrementò l'edificazione in stile moderno, mentre la borghesia, in rapida ascesa, adottava uno stile sontuoso e monumentale, con interni lussuosi e facciate ricche di ornamenti, fattori atti a dimostrare il proprio status e, nel contempo, a creare un mercato immobiliare diverso da quello popolare.
Tra gli architetti di spicco dell'epoca, abbiamo Filinto Santoro in giro per il Brasile, Ramos de Azevedo e Domiziano Rossi a San Paolo, Heitor de Melo a Rio de Janeiro e Theodor Wiederspahn a Porto Alegre, artisti che alzarono il livello dell'architettura brasiliana dell'epoca. Tra gli edifici simbolici realizzati, abbiamo: il Teatro Municipal, la Pinacoteca do Estado, la Estação da Luz e il Palácio das Indústrias a San Paolo, mentre a Rio: il Palácio Monroe (demolito), il Palácio do Catete, il Palácio Laranjeiras, la Polícia Central, il Teatro Municipal, la Biblioteca Nacional, il Palácio Rio Negro e il Teatro Carlos Gomes.
Teatro Municipal, San Paolo |
Palacio Monroe, Rio de Janeiro |
Solo a partire dagli anni '80 l'eclettismo passò ad essere rivalorizzato come legittima espressione di una determinata fase storica dell'architettura brasiliana e, pertanto, meritevole di attenzione, rispetto e tutela.