A separação como ato de amor - Martha Medeiros - Cultura Brasil

A separação como ato de amor - Martha Medeiros

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La Separazione Come Atto d´ Amore

É risaputo il dolore che arriva dopo qualsiasi separazione, ancora maggiore dopo la separazione di due persone che si sono amate per molto tempo e che un giorno hanno creduto nell'eternità di questo sentimento.

La tristezza corrode milioni di cuori dal lunedì alla domenica - principalmente di domenica, quando quasi nulla ci distrae da noi stessi - e la maggior parte delle lacrime che scorre é di nostalgia e di voglia di riavvolgere il nastro dei giorni, di vivere di nuovo le allegrie perdute.
Abituata a questa visione drammatica della rottura, con sorpresa e fascino ho letto una descrizione della separazione che é venuta incontro a ciò che penso dell'argomento e che è una valutazione più confortante, almeno per quelli che non si accontentano di ripetere i modelli di comportamento. È inclusa nel libro "Nas Tuas Mao" della portoghese Inês Pedrosa. "Probabilmente si separano solo quelli che portano con sé l'infezione dell´altro fino ai limiti dell'autenticità, quelli che hanno il coraggio di guardarsi negli occhi e scoprire che l'amore di ieri merita più del conforto delle abitudini e del conformismo del completamento".

Lei continua: "La separazione può essere un atto di assoluta e radicale unione, il legame eterno di due esseri che un giorno si sono amati troppo da potersi amare in un altro modo, piccolo e calmo, quasi vegetale."
È scesa dentro di me questa dichiarazione, perchè ho sempre considerato che la separazione di due persone ha bisogno di avvenire prima della distruzione dell'amore, prima che inizino i litigi, prima che la mancanza di rispetto assuma il comando. È così difficile la decisione di separare che continuiamo a rimandare, rimandare e in questo passaggio di tempo si perdono i ricordi più belli ed intensi.
La delusione guadagna spazio, una delusione non dell'altro, ma di se stesso, la delusione di riconoscersi un codardo. E allora le discussioni si intensificano e quando la separazione arriva, non si sa più dove reggersi, la coppia non ha più volontà di vedersi, conversare, vuole l'assoluta distanza e in quel momento si verifica il disastro: la sensazione che nulla è valso. Ci si dimentica di ciò che c'è stato di bello tra i due.
Se qualcosa di bello c'è stato è ancora fresco nella memoria affettiva, è più difficile trasformare il matrimonio in un'altra relazione d'amore, in una relazione di allontanamento parziale, non totale. Se i due percepiscono che stanno andando verso la fine, ma ancora non sono arrivati al momento critico - quello di diventare insopportabilmente amari - forse potrebbe essere una buona alternativa terminare prima di un confronto aggressivo. Si guadagna tempo per ristrutturare la vita e ancora si preserva l'amicizia e l'affetto di quella persona che è stata così importante.
Non è stato. È ancora.
"Solo noi due sappiamo che non si tratta di successo o fallimento. Solo noi due sappiamo che ciò che si prova non si contratta - ed è in nome di questo non contrattabile che un giorno abbiamo tremato ed adesso ci separiamo. Dalla lacerazione dei nostri giorni, dei libri, dischi e dei film che hanno colorato la nostra vita, ci troviamo adesso insieme nella violenza della sofferenza, nell'assenza dell'altro come se non ci ricordassimo di essere stati in presenza. È una forma di amore invidiabile che, per questo, non ha fine".
È un bel libro che parla dell'amore eterno nelle sue varie forme. Un respiro per quelli - pochi - che rispettano molto più i sentimenti che le convenzioni.



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A separação como ato de amor 

É sabida a dor que advém de qualquer separação, ainda mais da separação de duas pessoas que se amaram muito e que acreditaram um dia na eternidade deste sentimento. A dor-de-cotovelo corrói milhares de corações de segunda a domingo — principalmente aos domingos, quando quase nada nos distrai de nós mesmos — e a maioria das lágrimas que escorrem é de saudade e de vontade de rebobinar os dias, viver de novo as alegrias perdidas.
Acostumada com esta visão dramática da ruptura, foi com surpresa e encantamento que li uma descrição de separação que veio ao encontro do que penso sobre o assunto, e que é uma avaliação mais confortante, ao menos para aqueles que não se contentam em reprisar comportamentos padrões. Está no livro "Nas tuas mãos", da portuguesa Inês Pedrosa.
"Provavelmente só se separam os que levam a infecção do outro até aos limites da autenticidade, os que têm coragem de se olhar nos olhos e descobrir que o amor de ontem merece mais do que o conforto dos hábitos e o conformismo da complementaridade."
Ela continua:
"A separação pode ser o ato de absoluta e radical união, a ligação para a eternidade de dois seres que um dia se amaram demasiado para poderem amar-se de outra maneira, pequena e mansa, quase vegetal."
Calou fundo em mim esta declaração, porque sempre considerei que a separação de duas pessoas precisa acontecer antes do esfacelamento do amor, antes de se iniciarem as brigas, antes da falta de respeito assumir o comando. É tão difícil a decisão de separar que vamos protelando, protelando, e nesta passagem de tempo se perdem as recordações mais belas e intensas. A mágoa vai ganhando espaço, uma mágoa que nem é pelo outro, mas por si mesmo, a mágoa de se reconhecer covarde. E então as discussões se intensificam e quando a separação vem, não há mais onde se segurar, o casal não tem mais vontade de se ver, de conversar, quer distância absoluta, e aí se configura o desastre: a sensação de que nada valeu. Esquece-se o que houve de bom entre os dois.
Se o que foi bom ainda está fresquinho na memória afetiva, é mais fácil transformar o casamento numa outra relação de amor, numa relação de afastamento parcial, não total. Se os dois percebem que estão caminhando para o fim, mas ainda não chegaram no momento crítico — o de se tornarem insuportavelmente amargos — talvez seja uma boa alternativa terminar antes de um confronto agressivo. Ganha-se tempo para reestruturar a vida e ainda se preserva a amizade e o carinho daquele que foi tão importante. Foi, não. Ainda é.
"Só nós dois sabemos que não se trata de sucesso ou fracasso. Só nós dois sabemos que o que se sente não se trata — e é em nome deste intratável que um dia nos fez estremecer que agora nos separamos. Para lá da dilaceração dos dias, dos livros, discos e filmes que nos coloriram a vida, encontramo-nos agora juntos na violência do sofrimento, na ausência um do outro como já não nos lembrávamos de ter estado em presença. É uma forma de amor inviável, que, por isso mesmo, não tem fim."
É um livro lindo que fala sobre o amor eterno em suas mais variadas formas. Um alento para aqueles — poucos — que respeitam muito mais os sentimentos do que as convenções.

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