Augusto dos Anjos - biografia - Cultura Brasil

Augusto dos Anjos - biografia

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Augusto de Carvalho Rodrigues dos Anjos nacque il 20 aprile del 1884 a Cruz do Espirito Santo, fu un poeta più volte identificato come simbolista o parnassiano. Molti critici, invece - come lo scrittore Ferreira Gullar - date le caratteristiche nitidamente espressioniste dei suoi poemi, preferiscono identificarlo come pre-modernista.
Augusto, inoltre, è famoso per essere stato uno dei poeti più critici del suo tempo e, ancora oggi, la sua opera è ammirata sia dai lettori che dalla critica.

Biografia

Uno dei maggiori biografi di Augusto dos Anjos fu il medico paraibano Humberto Nobrega. Humberto scrisse A Poética Carnavalizada de Augusto dos Anjos, ritenuta una delle critiche più rilevanti sulla ricerca scientifica dell'Io e pubblicata dalla Universidade Federal da Paraiba
Augusto ricevette la scolarizzazione di base dal proprio padre, poi, studiò presso il Liceu Paraibano, dove, nel 1908, divenne professore. Precoce poeta, le sue prime composizioni risalivano già ai sette anni d'età.
Nel 1903 entrò nella Faculdade de Direito do Recife e si laureò nel 1907. Nel 1910 si sposò con Ester Fialho.
Dos Anjos riuscì a sviluppare una propria dialettica e una peculiarissima visione del mondo partendo dalle sue letture: Herbert Spencer gli trasmise il concetto dell'incapacità di conoscere l'essenza delle cose, compresa l'evoluzione della natura e dell'umanità; da Ernst Haeckel assorbì  l'idea della monera, secondo la quale, la vita e la morte sarebbero un puro fatto chimico; da Arthur Schopenhauer imparò che l'annichilimento della propria volontà sarebbe stata l'unica via d'uscita per l'essere umano; della Bibbia, infine, usò l'essenza spiritualistica per creare una contrapposizione aggressivo-poetica tra i principi di quest'ultima e le idee  illuministe/materialiste che emersero durante la sua epoca.
La filosofia di Augusto dos Anjo esponeva la realtà brasiliana, utilizzando la crisi creata dalla produzione pre-materialista: proprietari terrieri che fallivano, ex-schiavi in miseria e, sullo sfondo, egli stesso, completamento di questa tragedia.
Più tardi, si trasferì a Rio de Janeiro dove si dedicò all'insegnamento presso varie strutture scolastiche.
Il 12 novembre del 1914, alle 4 del mattino e, a soli 30 anni, a causa di una polmonite, Augusto dos Anjos si spense in Lopoldina, una città mineira.
L'eredità dell'autore era formata da molti poemi pubblicati in vari periodici: il primo, Saudade, risaliva al 1900; nel 1912, invece, pubblicò Eu, il suo unico libro di poesie. Tutte le sue opere, inedite e non, furono riunite in un'unica edizione postuma chiamata Eu e Outras Poesias, curata dall'amico Orris Soares.

 Curiosità
  • Elemento costante dei suoi poemi è un albero di tamarindo, ancora oggi presente in Engenho Pau d'Arco
  • Orris Soares, amico di Augusto, raccontava che dos Anjos componeva "a mente" mentre gesticolava e pronunciava i versi in forma eccentrica, solo in un secondo momento trasferiva il poema sulla carta.
  • Quando viveva a Rio de Janeiro, il poeta - in compagnia di Eudes Barros - era abituato a comporre nel cortile di casa ripetendo i versi ad alta voce, la sorella più volte pensò che fosse impazzito.
  • Sebbene fosse morto di polmonite, molti ritengono che Augusto sia morto di tubercolosi.


Opera

La poesia brasiliana, all'epoca di Augusto dos Anjos, era dominata dal simbolismo e dal parnassianismo; il poeta paraibano adottò solo alcune caratteristiche formali degli stili, tralasciando i contenuti. L'incapacità dell'uomo di esprimere la propria essenza tramite una "lingua paralitica" e il tentativo di usare il verso per esprimere in forma più cruda la realtà, in particolare, sarebbero stati i principi del parnassianesimo adottati da Augusto. Il concetto dell'erudizione quale caratteristica del modello classico, invece, fu abbandonato da dos Anjos, il quale ne sovvertì i contenuti, approfondendo, unicamente, aspetti scientifici.
L'opera dello scrittore può essere divisa in tre fasi: la prima, influenzata dal simbolismo, non presenta grande originalità, a questa fase appartengono Saudade e Versos Intimos; la seconda fase, invece, è caratterizzata dalla visone del mondo particolare del poeta, prodotto di questo periodo è il sonetto Psicologia de um Vencido; l'ultima fase, infine, corrisponde alla sua produzione più complessa e matura, così come si evince dalla composizione Ao Luar.
La poetica di Augusto dos Anjos causò molto disorientamento tra gli intellettuali parnassiani, tuttavia riuscì ad avere grande successo e fama, grazie e soprattutto ad un pubblico popolare e all'opera di promozione realizzata dai Modernisti.


Critica letteraria

Che nessuno doma un cuor di poeta! è un saggio sul sonetto Vencedor e O Eu scritto da Augusto dos Anjos, il quale era convinto di poter creare una nuova civilizzazione brasiliana che avrebbe oscurato il mondo, utilizzando un nuovo statuto della parola "brutta e puzzolente" e che avrebbe rombato alle porte della nuova poetica del Cosmo.
Augusto, per salvare l'umanità, preferiva contrapporre un nuovo Cosmo a Dio ed era egli stesso la personificazione del nuovo messia, in carne, sangue ed ossa e vivente nella Serra da Borborema.
La poetica di Eu, seduta sulle solide basi del verosimile e dell'unità classica del filosofo Aristotele, necessitava di rischi, di fare ciò che andava fatto, nel suo progetto fallito di un nuovo Cosmo che avrebbe risuscitato la vita di una nuova Roma, installata in una civiltà brasiliana di fronte al vecchio mondo.
Si trattava di una politica di trasgressione affacciata alla finestra della globalizzazione e pronta ad unire i popoli in una sola nazione chiamata Brasile, tale politica era finalizzata all'avanguardia culturale dell'unità delle nazioni alla luce della pluralità (Paul Feyerabend).
Non a caso,  anche nel libro A Poetica Carnavalizada de Augusto dos Anjos, il critico constatava come nel sonetto Vencedor ci fosse stato un poeta tormentato nell'instaurare una nuova civiltà brasiliana che avrebbe oscurato il mondo tramite il suo nuovo statuto che avrebbe regolamentato la parola brutta e puzzolente come la cloaca che alimenta la iena, animale senza equilibrio che cammina sorridendo. La parola sdrucciola, eccentrica che avrebbe rimbombato alle porte dell'unità classica, alla letteratura universale per mezzo della sua politica della pluralità, della trasgressione ordinaria ed inclassificabile.
A Poetica Carnavalizada de Augusto dos Anjos, inoltre, illustrava la festa della carne per antonomasia, il carnevale, espresso con la stessa forma triadica della satira menippea che Bakhtin, nel suo libro Problemas da Poetica de Dostoievski, riscatta per mezzo di Menippo di Gadar, suo inventore.
Non era nemmeno a caso, tuttavia, che Augusto dos Anjos avesse utilizzato nella sua poetica espressioni tetre come Vangelo della putredine, verme, materia di decomposizione, cloaca, muco, miseria, grido, orrenda, introducendo, così, il concetto di miseria nazionale tramite un suggestivo circo degli orrori; era come se avesse creato un metalinguaggio cinematografico sul corpo divorato dai propri vermi e lo avesse fatto utilizzando una scrittura piena di festa, di carne, appunto carnevalesca.
La poetica dell'opera Eu rappresentava il grido disperato del maggiore poeta paraibano del XX secolo: salvare l'umanità con il suo progetto fallito, nella promessa della resurrezione così come accadde con Gesù Cristo, vincendo la morte dell'estetica e instaurando con una scena inaugurale un'altra e nuova gigantesca civilizzazione brasiliana che avrebbe oscurato il mondo.
Se nel quadro Banho Turco l'artista fece la riproduzione della carne, il poeta Augusto dos Anjos diffuse la sua apologia della carne nelle opere Eu e Vencedor. 
Conforme al saggio critico Que Ninguem Doma um Coraçao de Poeta!, Augusto, nella sua poetica della trasgressione, inseriva la festa della carne, la sovversione, la constatazione della natura umana (spirito e corpo), della materia. Le virtù sociali umane, la morale cristiana, la politica, la cultura, l'economia, la salute, la sociologia, l'antropologia e l'etica erano interrogate alla luce delle teorie scientifiche del tempo.
Il linguaggio organico, tuttavia, molte volte scientifico e aggressivamente crudo, ma sempre pieno di giochi ritmici, idee e rime causò molta repulsione tra il grande pubblico e la critica dell'epoca. L'opera di Augusto dos Anjos fu compresa solo dopo la sua morte.

Interpretazione biografica


La malinconia della poesia di dos Anjos è un aspetto che ha dato vita a diverse interpretazioni. Secondi alcuni critici, tra i quali anche Ferreira Gullar, il sentimento del poeta necessitava di un'analisi che tenesse conto degli aspetti biografici. Per Gullar, la condizione della cultura brasiliana come "cultura dipendente" rendeva difficile la sopravvivenza di una poesia come quella di Augusto dos Anjos, nella quale si rompeva il meccanismo dell'imitazione estemporanea della letteratura europea. Questa rottura avrebbe dovuto esser interpretata basandosi su una situazione esistenziale - frutto dell'esperienza di Augusto - che avrebbe tentato di esprimere nella forma della poesia. Le opere dell'autore, inoltre, secondo Gullar, presentavano degli aspetti moderni: un vocabolario prosaico mescolato a termini poetici e scientifici;la dimostrazione di sentimenti e di fenomeni, non tramite segni astratti, bensì tramite oggetti e azioni quotidiane; l'aggettivazione e le situazioni inusitate, fattori che trasmettevano una sensazione di perplessità. Augusto mescolava il vocabolario popolare alla terminologia erudita, ricordando, così, Graciliano Ramos; descriveva, ancora, con ricorsi stilistici, la morte, personaggio centrale della sua opera, rendendosi, dunque, paragonabile a Joao Cabral de Melo Neto ma solo nella presentazione cruda e naturale del trapasso.


Interpretazione psicoanalitica


Studiosi come Chico Viana spiegano la malinconia usando concetti psicoanalitici: Sigmund Freus definiva lo stato d'animo come un sentimento somigliante al lutto, ma diverso a causa dell'estraneità del concetto di oggetto perduto. Secondo alcuni critici, inoltre, l'origine della malinconia sarebbe da addursi a riflessioni di origine politica legate ai problemi della sua famiglia, in un conflitto edipico della propria infanzia.

Interpretazione bloomiana


Una parte degli studiosi analizza la poesia di Augusto dos Anjos valorizzando l'enorme fantasia dell'autore, in uno con il concetto di malinconia quale derivato della creatività, ispirandosi, così, alla teoria del critico letterario nord-americano Harold Bloom. Augusto sarebbe stato pienamente cosciente della sua capacità come poeta e del suo potenziale idoneo a realizzare una grande opera, ma sarebbe stato condannato dalla "maledizione del ritardo": la sua malinconia trarrebbe origine dalla difficoltà di superare i "maestri" con la realizzazione di qualcosa di nuovo. 
Sandra Erickson, ispirata anche lei dalle teorie bloomiane, pubblicò un libro sulla creatività di dos Anjos, nel quale si soffermò sulla sublimità della poetica e sulla sua geniale metabolizzazione della tradizione occidentale. Secondo Sandra, il sonetto era l'egide del poeta nonchè il fattore che lo inseriva tra i grandi della tradizione occidentale.

Unanimità

La poesia di Augusto dos Anjos è universalmente riconosciuta come originale. Secondo Alvaro Lins e Carlos Burlamaqui Kopke, la poetica dell'artista era legata alla solitudine, fattore che caratterizzava la propria angustia.
Eudes Barros, invece, nel suo libro A Poesia de Augusto dos Anjos: uma Análise de Psicologia e Estilo, poneva luce sul largo uso degli aggettivi da parte del poeta e qualificava i sostantivi utilizzati come estremamente sintetici, creando, così, delle dimensioni sconosciute dall'aggettivazione tradizionale.
Maneul Bandeira, ancora, spiegò come l'uso delle sineresi fosse una forma di rappresentazione dell'impossibilità della lingua (o della materia) nell'esprimere le idee dello spirito. 
Le immagini raccontate nella poetica di dos Anjos erano caratterizzate da una teratologia esacerbata e da immagini di dolore, orrore e morte. L'uso della razionalità e, di conseguenza, della scienza, sarebbe stata una forma di superamento dell'angustia della materialità e dei sentimenti.
La stessa scienza, tuttavia, così come osservava Kopke, causava delle sofferenze ad Augusto.
I contrasti, poi, erano un altro tema utilizzato da dos Anjos, la sua poesia era piena delle contraddizioni: idealismo e materialismo, dualismo e monismo, eterogenità e omogeneità, amore e dolore, morte e vita, "tutto conviene affinchè l'uomo sia completo", così come lo stesso poeta affermava in Contrastes.

Curiosità sull'opera letteraria
  • Un esemplare di Eu fa parte della  biblioteca della Faculdade de Medicina do Rio de Janeiro, il testo, infatti, è diventato un valido punto di riferimento per i suoi termini scientifici
  • Eu e Outras Poesias è la fusione del libro Eu (pubblicato in vita) con altre poesie riunite in un secondo momento.
Academia de Letras

Augusto dos Anjos è patrono della cadeira n. 1 dell' Academia Paraibana de Letras, fondata dal giurista e saggista José Flosculo da Nobrega. Il posto n.1 fu occupato in principio da Humberto Nobrega, attualmente è riservato a José Neumanne Pinto.
Augusto dos Anjos è anche patrono della  Academia Leopoldinense de Letras e Artes.


Bibliografia:
  • ANJOS, Augusto dos [1884-1914]. EU. 1ª ed., revista e custeada pelo poeta ainda em vida com ajuda de seu irmão Odilon dos Anjos, Rio de Janeiro: [s.c.p.] 1912.
  • _______. Obra Completa. Rio de Janeiro: Nova Aguilar, 1996.
  • BARROS, Eudes. A poesia de Augusto dos Anjos: uma análise de psicologia e estilo. Rio de Janeiro: Ouvidor, 1974.
  • ERICKSON, Sandra S. F. A melancolia da criatividade na poesia de Augusto dos Anjos. João Pessoa: Editora Universitária, 2003.
  • GULLAR, Ferreira. "Augusto dos Anjos ou vida e morte nordestina". In: ANJOS, Augusto dos. Toda a poesia; com um estudo crítico de Ferreira Gullar. Rio de Janeiro: Paz e Terra, 1978.
  • HELENA, Lucia. A cosmo-agonia de Augusto dos Anjos. 2ª ed., Rio de Janeiro: Tempo Brasileiro, Biblioteca Tempo Universitário — 47; João Pessoa: Secretaria da Educação e Cultura da Paraíba/Comissão do Centenário de Augusto dos Anjos, 1984.
  • NÓBREGA, Humberto. Augusto dos Anjos e sua época. João Pessoa: Edição da Universidade da Paraíba, 1962.
  • _______. Augusto dos Anjos. João Pessoa: A União, 1971.
  • VASCONCELOS, Montgômery. A poética carnavalizada de Augusto dos Anjos. São Paulo: Annablume, 1996.
  • VIANA, Chico (Pseudônimo de Francisco José Gomes Correia). O evangelho da podridão: culpa e melancolia em Augusto dos Anjos. João Pessoa: UFPB, 1994.
  • _______. A sombra e a quimera: escritos sobre Augusto dos Anjos. João Pessoa: Idéia/Universitária, 2000.
  • Wikipedia Brasil

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