Diffusione del Modernismo in altri centri - Cultura Brasil

Diffusione del Modernismo in altri centri

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Aldo Malagoli, O Gato Preto

Prima degli anni '40, nello stato di Bahia non c'erano né un museo organizzato, né critici influenti e, tanto meno, mostre. Il Movimento Modernista, inoltre, fu rallentato dall'influenza esercitata dalla figura artistica di Prisciliano Silva
Introdotto prima in letteratura, il Modernismo, solo nel 1932 venne inaugurato anche in ambito pittorico con l'esposizione di José Guimaraes. La dote del pittore, tuttavia, non venne compresa dal pubblico, il quale lo ostracizzò costringendolo a trasferirsi a Rio de Janeiro, eppure nella città carioca l'artista non ebbe una sorte migliore. 
Dieci anni più tardi, a San Paolo, Jorge Amado organizzò una mostra modernista, ma anche in quell'occasione il risultato fu deludente. La svolta si ebbe solo alla fine degli anni '40, quando l'educatore Anisio Teixeira fu invitato a prendere parte del Governo Statale: Anisio riuscì a ritagliare un proprio spazio culturale. Durante la stessa epoca gli artisti Pancetti, Jenner Augusto e Carybé si trasferirono a Salvador.
Nel Cearà, invece, la situazione fu ben differente: nel 1944 venne fondata la Sociedade Cearense de Artes Plasticas (SCAP), il cui obiettivo fu quello di introdurre il Modernismo nelle arti del cearensi. L'associazione era presieduta dal pittore e critico svizzero Jean-Pierre Chabloz, tra i membri figuravano: Aldemir Martins, Inimá de Paula, Antônio Bandeira e Mário Barata.
In Pernambuco, eccetto l'azione di pochi precursori che crearono il Grupo dos Indipendentes del 1930, solo nel 1948 vi fu un significativo movimento con la fondazione della Socidedade de Arte Moderna de Recife, realizzata dagli artisti Abelardo da Hora, Reynaldo Fonseca e Helio Feijò. L'apertura dell'Atelier Coletivo del 1952, inoltre, portò buon vento con la partecipazione di Wellington Virgolino, Gilvan Samico e João Câmara, oltre all'intervento di numerosi artisti indipendenti come Lula Cardoso Ayres
Il XX secolo, in sostanza, fu marcato da molte figure importanti (come Weingartner nel Rio Grande do Sul) e l'interesse generale verso la pittura crebbe esponenzialmente, come naturale conseguenza vi fu la creazione dell'Instituto de Belas Artes che divenne il punto di riferimento nella diffusione delle opere, grazie anche alla competenza di professori quali: Libindo Ferrás, Angelo Guido, Oscar Boeira e João Fahrion
Nel 1952, inoltre, Malagoli si trasferì a Porto Alegre e, diventando responsabile dell'insegnamento pubblico artistico riograndense, assumendo la direzione dell'Instituto de Belas Artes, della Divisão de Cultura do Estado, del Museu de Arte do RS, riuscì a realizzare una vera e propria rivoluzione modernista nelle terre del sud.
Malagoli, ancora, riuscì ad attrarre un grande numero di discepoli ed ebbe un ruolo importante nella Associação Francisco Lisboa, fondata nel 1938 da João Fahrion e Carlos Scliar
Nel Paranà, invece, fu importantissima la presenza degli artisti: Theodoro de Bona, Guido Viaro, Loio-Pérsio e Miguel Bakun, oltre al contributo della Escola de Musica e Belas-Artes fondata nel 1948.
A Minas Gerais, i primi segni della corrente modernista si registrarono negli anni '40, periodo in cui fu costruita la Igreja de Sao Francisco da Pumpulha di Belo Horizonte e fu fondata la Escola de Belas Artes diretta da Guignard
Nel 1944, inoltre, Juscelino Kubitschek, allora governatore dello stato, promosse il primo salone di arte moderna a Belo Horizonte. L'evento scatenò molte reazioni, a tratti violente, ma ebbe un'importanza fondamentale nel rinnovamento del circuito artistico mineiro, facendo scoprire nomi come Mário Silésio e Maria Helena Andrés.
A Barbacena, invece, c'era Emeric Marcir, grande paesaggista e pittore di temi sacri.

Bibliografia:

  • De Andrade, Geraldo Edson. Depois da Semana de 22: em busca da identidade. IN Silva, Raul Mendes (coord). Sociedade e Natureza na História da Arte do Brasil. Rumo Certo, 2007.
  • De Paula, Maria Lúcia Bueno Coelho. A Arte de Milton Dacosta. IN Revista Perspectivas. São Paulo, nº 17-18, 1995-1995. 
  • Barbosa, Juciara Maria Nogueira. Descompasso: como e por que o Modernismo tardou a chegar na Bahia. V ENECULT - Encontro de Estudos Multidisciplinares em Cultura. Salvador: Faculdade de Comunicação/UFBa, 27 a 29 de maio de 2009. 
  • Multiarte reúne em Fortaleza obra de Jean-Pierre Chabloz em mostra e catálogo. Pinakotheke, acesso 22 abr 2011.
  • Gastal, Susana. Arte no Século XIX. IN Gomes, Paulo (org.) Artes Plásticas no Rio Grande do Sul: Uma Panorâmica. Porto Alegre: Lahtu Sensu, 2007. 
  • Simon, Círio. Origens do Instituto de Artes da UFRGS - Etapas entre 1908-1962 e Contribuições na Constituição de Expressões de Autonomia no Sistema de Artes Visuais do Rio Grande do Sul. Tese de Doutorado. Porto Alegre: PUC, 2003.
  • Jump up ↑ Pieta, Marilene Burtet. A Pintura no Rio Grande do Sul (1958-1970) e o Tema das Diferenças como Identidade Cultural. IN Bulhões, Maria Amélia (org.). Artes Plásticas no Rio Grande do Sul: Pesquisas Recentes. Porto Alegre: EDIUFRGS, 1995. 

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