L’Amazzonia accoglie la più grande foresta pluviale del mondo, il suo fiume più lungo e probabilmente la più grande porzione del pianeta terra che il genere umano fa ancora fatica a comprendere.
Per me, non c’è niente di paragonabile alla foresta amazzonica. In nessun altro posto sulla terra, la natura è così onnipresente né si può ritrovare una così grande abbondanza di vita. Nell’aria, sul terreno, nell’acqua dei fiumi. Così schiacciante. Così irrefrenabile. Così potente.
Così irrefrenabile, così schiacciante è anche l’umanità che, giorno dopo giorno, entra in contatto, sfida e cerca di impossessarsi di questa giungla primordiale. La civilizzazione ha forzato i confini di questa terra vergine, analizzandola, conquistandola per poi, solo alla fine, soccomberle. Domare solo per esorcizzare l’indomabile.
I primi esseri umani sono arrivati in queste terre circa dodicimila anni fa ma fu, solamente con l’arrivo degli Spagnoli, che le cose iniziarono a cambiare velocemente. Nel 1542 Francisco de Orellana fu il primo a conquistare questa giungla con una spedizione lungo il Rio delle Amazzoni, dalle Ande all’Oceano Atlantico. Lui e gli altri esploratori sopravvissuti a questa spedizione, tornarono da “l’Inferno verde” raccontando terribili storie di fame, malattie e tribù di cannibali. Ciononostante, sempre più persone furono attratte da queste lande selvagge.
Fuggitivi, cercatori di fortuna, nomadi, guerrieri, cercatori d’oro e omosessuali in esilio. L’aria umida dell’’Amazzonia li fa incontrare e scontrare.
Ogni volta che torno in Amazzonia, cerco un piccolo sentiero che mi guidi, fino a quando la foresta non mi avvolge. Cerco di non pensare a come l’uomo stia distruggendo la natura; Sono consapevole che alla fine avrà il sopravvento. Ho visto piante che germogliano dalle chiazze di olio e so che gli scarafaggi possono sopravvivere al plutonio. Questo placa la mia mente.
Il libro AMAZONAS e la mostra descrivono il mio personale viaggio in queste terre selvagge. I testi sono estratti dal libro. Mi sono preso la libertà di mettere assieme foto scattate in diversi anni, diversi stati e diverse situazioni perché è in questo modo che ho vissuto l’Amazzonia. Non come qualcosa di statico e frammentato ma come qualcosa di fluido e coerente.
Ammiro l’Amazzonia, la temo e temo per essa.
Mads Nissen>Mads Nissen
Nato in Danimarca nel 1979.
“Avevo diciannove anni quando mi resi conto di voler diventare un fotografo. Mi trovavo nelle strade affollate di Mérida, durante un soggiorno di nove mesi. Avevo portato con me una vecchia macchina fotografica di un amico e mi resi conto che non ero interessato a fotografare paesaggi o tramonti. Ero interessato invece alla gente, alla povertà e ai contrasti dei sobborghi. Mi resi conto solo dopo che, fotografando, combinavo alcune passioni che hanno sempre caratterizzato la mia vita, fin dalla giovinezza. In primis, fotografare mi permette di soddisfare la mia ambizione di provare a cambiare le cose nel mondo e nella società odierna, così iniqua e bisognosa di cambiamento. Sono sempre stato interessato alla vita delle persone e al mondo intorno a me. Scattare è diventato un modo per aprire delle nuove porte e per elaborare cosa vi è celato dietro di esse. Ho sempre desiderato esprimermi in modo creativo. Essere un fotografo mi ha permesso di mostrare la mia personale interpretazione di ciò che vedo, di far emergere domande e di investigare piuttosto che cercare di dare risposte esatte. Da allora, il mio lavoro si è sempre concentrato su tematiche contemporanee e le loro problematiche come la sovrappopolazione, la povertà, la violazione dei diritti umani e la relazione, spesso distruttiva, dell’uomo con la natura. Dopo il diploma in fotogiornalismo presso la Scuola Danese di Giornalismo, nel 2007 sono andato a Shanghai per documentare le conseguenze umane e sociali dell’esplosione economica della Cina. Dopo due anni, sono ritornato in Danimarca, dove lavoro tuttora come staff-photographer per il giornale nazionale Berlingske. Qui realizzo principalmente reportage di approfondimento e servizi legati alle news internazionali. Contemporaneamente, negli ultimi sei anni, ho portato avanti il mio progetto a lungo termine, Amazonas”.
Mads ha lavorato per clienti quali: Time, Newsweek, Stern, Spiegel, GEO, Russian Reporter, D La Repubblica, Sunday Times Magazine, MSF e molti altri. Mads ha vinto numerosi premi tra cui: Days Japan – International Photojournalism Award 2006-2007; POYi 2007; Danish Press Photo of the Year 2007 e 2010 (Best Feature Picture Story, Best Foreign Picture Story, Best Photo, Best News Picture, and Photographer of the Year); World Press Photo 2011, Manuel Rivera-Ortiz Foundation Grant 2011, Palle Fogtdal Grant.
Website: www.madsnissen.com
www.prospekt.it
Visita guidata alla mostra con l’autore Domenica 20 Ottobre, ore 17.00. Segue booksigning.
Sede della Provincia di Lodi
via Fanfulla, 14.
E' possibile promuovere il proprio evento GRATUITAMENTE mandando un'e-mail con la descrizione, il luogo e delle foto a questo indirizzo: culturabrasil8@gmail.com
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