Francisco de Paula Coimbra de Almeida Brennand è uno scultore brasiliano nato a Recife l’11 giugno del 1927. Francisco ha una grande abilità nel riuscir a creare opere utilizzando diversi materiali, dalla vernice alla ceramica, dalla tappezzeria ai fogli di disegno. Il suo stile molto personale, inoltre, ha influenzato diversi designers. Le opere dello scultore, apprezzate soprattutto all’estero, sono custodite nella Oficina Brennand, un museo creato da egli stesso a Recife, dove attualmente risiede e lavora.
Biografia
La storia della famiglia Brennand è molto antica: ebbe iniziò nel 1820, quando l’ingegnere Edward Brennand di Machester si trasferì in Brasile per lavorare per conto di un’impresa che collaborava con le ferrovie. Edward si stabilì definitivamente a Maceiò, dove sposò Francisca de Paula Moura. Dai due nacque Ricardo Moura Brennand che, a sua volta, si unì con Dona Francisca de Paula Cavalcanti de Albuquerque. Nel 1887, nacque Ricardo de Almeida Brennand, il quale, nel 1917, creò, a Recife (precisamente nelle terre dell’antico Engenho Sao Joao), la prima fornace della famiglia, la Ceramica Sao Joao.
Francisco Brennand nacque nelle terre dell'antico Engenho Sao Joao. Sin da subito, dimostrò un particolare interesse per il disegno e per la letteratura e, durante l’ensino medio, conobbe Debora de Moura Vasconcelos, la sua futura moglie e Ariano Suassuna, suo compagno di classe, con il quale fondò una rivista letteraria, occupandosi di disegnare le illustrazioni.
Nel 1937, Brennand si trasferì a Rio de Janeiro per frequentare il Colégio Aldridge e, l’anno seguente, il Colégio São Vicente de Paula di Petropolis. Nel 1939, ritornò a Recife dove s’immatricolò al Colégio Marista.
Nel 1942, dopo aver concluso il corso ginnasiale, iniziò la formazione artistica imparando a modellare con Abelardo da Hora. In quel periodo, Ricardo Brennand invitò diversi artisti a dipingere dei paesaggi raffiguranti le imprese di Sao Joao, tra i pittori figuravano:Álvaro Amorim, Balthazar da Câmara, Mário Nunes e Murillo La Greca. Francisco, cogliendo questa occasione, iniziò a studiare pittura con Alvaro Amorim e Murilo Lagreca.
Nel 1947, con il quadro Segunda Visao da Terra, vinse il primo premio di pittura del Salão de Arte do Museu do Estado de Pernambuco. Un anno dopo, Brennand vinse di nuovo il primo premio, questa volta con la tela Auto-retrato Como Cardeal Inquisidor, ispirata al cardinale inquisitore Dom Fernando Nino de Guevara raffigurato da El Greco.
Agli inizi della sua carriera artistica, Francisco credeva che la ceramica fosse un’arte minore e, per tale motivazione, si dedicò soprattutto alla pittura ad olio.
Nel 1948, quando si recò in Francia e prese confidenza con la Scuola di Parigi, comprese che molti noti artisti si erano dedicati alla ceramica, tra i quali: Picasso, Chagall, Matisse, Braque, Gauguin, e, soprattutto, il catalano Joan Miró.
Un anno dopo, di ritorno a Recife, incontrò il pittore pernambucano Cicero Dias. Brennand gli mostrò i propri lavori e Cicero, affascinato dal talento del giovane artista, convinse il padre a rispedirlo a Parigi. Nel 1951, nella capitale francese, Francisco frequentò dei corsi con André Lhote e Fernand Leger.
Sempre agli inizi degli anni ‘50, di passaggio per Barcellona, l’artista scoprì Antoni Gaudì, le cui opere – famose per la tecnica catalana del trecandis – lo folgorarono.
Due anni dopo, lo scultore, intenzionato ad apprendere le tecniche di lavorazione della ceramica, iniziò un apprendistato in una fornace di Deruta, in provincia di Perugia. Nell’azienda italiana, Francisco imparò come utilizzare gli smalti ceramici.
Nel 1954, in occasione dell’inaugurazione della fornace della famiglia Brennand, l’artista realizzò il suo primo grande pannello in ceramica.
Un anno dopo, partecipò alla III Biennale di Barcellona e, nel 1958, inaugurò il murales dell’Aeroporto Internacional dos Guararapes di Recife, mentre nel 1961, realizzò il murales Anchieta, nel Ginásio Itanhaém di San Paolo.
Tra il 1961 e il 1962, diede alla vita una delle opere più importanti di tutta la sua carriera: la Batalha dos Guararapes. Si trattava di un pannello in ceramica che, realizzato per una filiale di Recife del Banco da Lavoura di Minas Gerais, ritraeva la cacciata degli Olandesi dal Brasile.
Tra il mese d’ottobre del 1963 e il 1964, Francisco fu direttore della Casa Civil di Recife. In quel periodo ordinò di trasformare l’antica Casa de Detenção nell’attuale Casa da Cultura. Le intenzioni dello scultore erano quelle di creare nel Pernambuco dei punti di cultura simili a quelli istituiti dallo scrittore André Malraux in Francia.
Negli anni ‘70, Brennand partecipò al Movimento Armorial con il suo vecchio amico Ariano Suassuna.
Nel 1971, iniziò il progetto della sua vita: il restauro della vecchia fornace di famiglia, per trasformarla in un atelier dove esporre permanentemente le proprie opere.
La struttura, ospitata nelle terre dell’antico Engenho Sao Joao, precisamente nel quartiere Varzea di Recife, dispone di un enorme giardino centrale dedicato a parte delle proprie creazioni.
Nel 1993, nella Staatliche Kunsthalle di Berlino, venne ospitata una mostra con tutte le sue opere e, sempre lo stesso anno, Francisco vinse il Premio Interamericano de Cultura Gabriela Mistral, concesso dalla Organizzazione degli Stati Americani. Tale riconoscimento, creato nel 1983, viene consegnato a tutti i personaggi che contribuiscono all’arricchimento della cultura delle due Americhe.
Nel 1997, uscì Brennand, un libro edito dalla casa editrice Metron, con prefazione di Olívio Tavares de Araújo.
Un anno dopo, venne organizzata l’esposizione Brennand: Esculturas 1974-1998, nella Pinacoteca do Estado – Pesp a San Paolo.
Critica
La caratteristica dell’artista è quella di lavorare la ceramica tenendo conto non solo delle forme, ma anche dei colori, ottenendo, difatti, una grande quantità di tonalità sfruttando le variazioni di temperatura durante la cottura dei pezzi.
Parte della scultura di Brennand, inoltre, ha caratteristiche totemiche mescolate ai tratti della tradizione popolare brasiliana. Molte opere, ancora, riproducono creature terrificanti, mostri ed esseri deformi che rivelano un carattere tragico.
Altre creazioni, invece, sono legate a rituali di fertilità, si ispirano a culture arcaiche e presentano un’accezione sessuale.
La stranezza delle creature dello sculture è enfatizzata dalle linee grezze.
Museo
Nel 1971, nacque l’Oficina Brennand, figlia di un progetto ostinato e senza tregua di Francisco. La struttura, un’antica fornace appartenuta alla famiglia dell’artista, è posizionata nelle terre dell’ Engenho Santos Cosme e Damião, nel quartiere storico Varzea di Recife. Il posto, circondato dalla stupenda foresta atlantica e dall’acqua del Rio Capibaribe, è sempre stato di grande ispirazione per Brennand.
L’Oficina, degno completamento di quel paesaggio particolare, è un monumento molto originale e, grazie alla costante opera dello scultore, è in continuo cambiamento. L’architettura, poi, si lega all’arte per formare un universo dionisiaco, sotterrano, oscuro, sensuale e religioso, mentre i giardini, molto belli, sono stati disegnati dall’artista Roberto Burle Marx.
Influenza mitologica
La maggior parte dei lavori di Francisco Brennand risentono molto della mitologia greca e romana. Non a caso, in uno dei suoi scritti del 2005 (O Oraculo Contrariado), afferma di ammirare la mitologia greca. Francisco sostiene che lavorare l’argilla è lavorare la terra, quindi, non solo uno dei quattro elementi terrestri, ma anche il materiale che, insieme al sangue, costituisce l’essere umano (secondo la mitologia sumera). Creare, di conseguenza, è scoprire la possibilità di trasformare le cose, come un demiurgo.
Rifacendosi al mito di Prometeo, Brennand spiega come il furto del fuoco abbia fatto in modo che l’uomo creasse delle forzature in natura e, partendo dal fuoco, si è arrivati sino alla chimica, senza tralasciare il concetto più semplice di riproduzione, come alternanza di vita e morte strettamente legato alla sessualità. Il concetto di vita, poi, nato dalla riproduzione e dalla sessualità pone quest’ultima al centro del tutto.
Secondo Brennand, a partire da un certo livello culturale, il mondo intero, tanto quello della natura quanto quello delle creazioni umane, si presenta come sessuato.
Nell’Oficina è difficile non imbattersi in uova e baccelli che racchiudono animali intenti a rompere il guscio. Tutti elementi che - secondo lo scultore - sono rubati alla sessualità e alle forme dell’anatomia dell’uomo e della donna e che fanno parte di una mitologia particolare non è relazionata ad alcuna erudizione.
O Hybris
L’idea dell’Hybris - ossia quella di non dar conto alle previsioni di un oracolo, di non credere che esiste un destino al quale obbedire – secondo Francisco, non riserva nient’altro all’uomo se non la disgrazia.
La maggior parte dei visitatori, nell’imbattersi con un uccello con il viso coperto da una maschera di pelle intitolato Hybris, si chiede: “Cosa a che vedere un uccello con il destino dell’uomo?” Lo scultore risponde alla domanda spiegando che, a volte, l’opera ha significati che possono dar vita ad una rappresentazione diversa dal titolo. L’uccello, in particolare, è racchiuso in un imprigionamento che lo priva di tutte le possibilità di reagire, una metafora del proprio destino.
Molti pezzi del laboratorio di Brennand, poi, sono caratterizzati dall’essere una serie di miti non relazionati tra di loro, ad esempio: l’esistenza di una gran quantità di richiami alle donne della mitologia greco romana è permeata da figure femminili prese dalla storia, senza rispettare un criterio che non sia l’interesse estetico dello scultore. La sventura, uno dei tratti che più affascina l’artista, sembra accompagnare tutta la vita della donna, perchè, a suo avviso, il gentil sesso è più legato alla terra, alla vita, alla creazione e, quindi, rappresenta un obiettivo facile per gli dei. I personaggi femminili, non a caso, sono tutti tristi, quasi isterici, con capelli neri e teste verso l’indietro, come se avessero colli rotti.
La scultura Galateia A Donzela Branca, invece, è un’immagine di una donna che assiste alla morte dell’amante, il bello Aciç, al quale restituisce la vita sotto forma di fiume dalle acque limpide. L’opera, più delle altre, esprime l’immagine di un dolore perenne.
Brennand e la moda
Brennand, grazie alla sua opera così diversificata, ha sempre fornito un ampio ventaglio di idee e ispirazioni. Non a caso, alcune grandi marche hanno sfruttato la sua genialità per creare delle collezioni, come la linea di moda spiaggia ideata dalla Mar Rio.
La collezione 2011/2012 della Dupé, ancora, portava la firma di Francisco. Si trattava di sandali in gomma con tre stampe diverse, disponibili nei colori bianco, nero e caramello. Le fantasie erano disegni che riproducevano le piante tipiche della Varzea di Recife.
Lo stilista Jadson Ranieri, inoltre, basandosi su Brennand, creò una linea per l’evento Casa de Criadores. La scelta, nonostante fosse stata criticata per l’uso eccessivo di lattice, pieghe, trasparenze e forme allungate, aveva un messaggio molto chiaro: ogni pezzo richiamava la pelle, l’erezione, il preservativo.
Fonti:
- Brennand faz nova exposição de pinturas inéditas. Leia entrevista com o artista Diario de Pernambuco:http://www.diariodepernambuco.com.br/app/noticia/viver/2012/12/03/internas_viver,410992/brennand-faz-nova-exposicao-de-pinturas-ineditas-leia-entrevista-com-o-artista.shtml
- LIMA, Camila da Costa. Francisco Brennand : aspectos da construção de uma obra em escultura cerâmica. São Paulo: Universidade Estadual Paulista. Instituto de Artes, 2009: http://www.acervodigital.unesp.br/handle/123456789/37608
- Enciclopedia Itau Cultural, Francisco Brennand: http://enciclopedia.itaucultural.org.br/pessoa3999/francisco-brennand
- Na Lupa do Cross, A Arte Eterna de Francisco Brennand: https://crossjob.wordpress.com/2011/08/24/a-arte-eterna-de-francisco-brennand/
- GASPAR, Lúcia. Francisco Brennand. Pesquisa Escolar Online, Fundação Joaquim Nabuco, Recife. Disponível em: <http://basilio.fundaj.gov.br/pesquisaescolar/>. Acesso em: dia mês ano. Ex: 6 ago. 2009
- BRENNAND: esculturas 1974-1978. São Paulo: Pinacoteca, 1998. [s.p.].
- CARRAZONE, Eric. Brennand e a Casa da Cultura. Suplemento Cultural D. O. PE, Recife, a.10, p.9, jan. 1997.
- CONTINENTE MULTICULTURAL, Recife, a.1, n.6, jun. 2001.
- FERRAZ, Marilourdes. Oficina Cerâmica Francisco Brennand: usina de sonhos. Recife: AIP, 1997. 147p.