A Estudante, Anita Malfatti |
Nei primi anni del XX secolo, San Paolo iniziava ad essere considerata una delle maggiori città brasiliane, con un'economia stimolata dalla coltivazione del caffè e dall'industrializzazione. L'ambiente artistico, dominato dallo spirito cosmopolita e dall'arrivo massiccio di stranieri con idee progressiste, si emancipò dall'Academia registrando significativi sviluppi nell'architettura, nella letteratura e nella grafica.
Le nuove correnti causarono una rottura nell'ambiente artistico: da un lato i retrogradi accademici, dall'altro il "nuovo" che stava avanzando, irritato e insoddisfatto per il clima di stagnazione espresso così dalle parole del pittore Di Cavalcanti:
"L'Academismo idiota delle critiche letterarie e artistiche dei grandi giornali, la vanità degli pseudo-letterati, vuoti, prolissi, installati nella mondanità e nella politica e la presenza morta dei medaglioni nazionali e stranieri che infettano l'ambiente intellettuale di una San Paolo che si presentava commerciale e industrialmente pronta per la sua avventura progressista, questo scoraggiava il nostro piccolo clan di creature aperte alle nuove speculazioni artistiche, curiose delle nuove forme letterarie, già impregnate di nuove dottrine filosofiche".
Il clan al quale il pittore si riferiva, era un gruppo di intellettuali formati in Europa e aggiornati alle nuove tendenze del vecchio continente, quali l' Espressionismo, il Fauvismo, il Futurismo e il Cubismo. Il circolo degli studiosi era composto dagli scrittori Oswald de Andrade, Guilherme de Almeida e Mário de Andrade, oltre allo scultore Victor Brecheret ed altri.
L'innesco per la realizzazione della Semana da Arte Moderna, marchio inaugurale del Modernismo brasiliano, fu la critica che accompagnò l'esposizione del 1927 di Anita Malfatti: Monteiro Lobato, nell'articolo Paranoia ou Mistificaçao? attaccò duramente la pittrice, i modernisti, di conseguenza, si riunirono in difesa di Anita e aprirono la polemica.
Il 13, 15 e 17 febbraio del 1922, dopo vari episodi che portavano la firma degli avanguardisti, venne organizzata la Semana da Arte Moderna, un evento che prevedeva letture di poesie, seminari ed esposizioni.
Il grande spazio dedicato alla poesia, alla musica e alle altre espressioni artistiche, tuttavia, rubò lo scenario alla pittura (la quale passò quasi inosservata): secondo delle fonti non confermate, i quadri esposti portavano solo le firme di Anita Malfatti, Di Cavalcanti, Vicente do Rego Monteiro e John Graz.
L'evento ebbe grandi critiche, ma tagliò trasversalmente l'ambiente artistico paulistano e, ben presto, quello brasiliano. Allo spirito di rottura, tuttavia, non seguì un filo conduttore ideologico: alcuni pretesero di rivoluzionare la realtà culturale brasiliana con le idee progressiste europee, altri vollero un cambiamento soprattutto sociale, economico e politico, dando vita, nel 1924, al Movimento Pau-Brasil, una corrente fortemente nazionalista.
A partire da quel momento, Di Cavalcanti iniziò a raffigurare le mulatte, un tema che s'inserì nel Modernismo per riscattare le radici ibride del paese. Il pittore, inoltre, contribuì a riscrivere il senso di "brasilianità" nell'arte, creando un nuovo paradigma di bellezza e autenticità che si allargò fino a diventare uno stile di vita. Tarsila do Amaral, invece, metabolizzò l'influenza dello straniero e abbracciò i caratteri brasiliani con un'opera originalissima.
Il Modernismo fu seguito da altri movimenti - come l'Antropofagia - fondata da Oswald de Andrade e ispirata dalla tela Abaporu di Tarsila del 1928. Il quadro ebbe una grande ripercussione nel mondo artistico brasiliano facendo del pittore il maggior rappresentante modernista verde oro.
Abaporu, Tarsila do Amaral |
Concludendo, lo spirito della nuova tendenza non fu la promozione di un particolare stile o di una corrente specifica, ma l'affermazione di un'espressione soggettivata dell'artista che includeva anche la scelta delle tecniche e dei materiali. A partire da quel momento, l'universo artistico divenne poco omogeneo: emerse il particolarismo a danno dell'uniformità stilistica.
Bibliografia:
Bibliografia:
- Amaral, Aracy. Artes Plásticas na Semana de 22. São Paulo: Perspectiva/Editora da USP, 1972.
- Cavalcanti, Emiliano di. Viagem de minha vida. Rio de Janeiro: Civilização Brasileira, 1955.
- Neckel, Nádia Régia Maffi. A Tessitura da Textualidade em Abaporu. IN Linguagens - Revista de Letras, Artes e Comunicação. Blumenau, v. 1, n. 1
- Almeida, Marina Barbosa. As Mulatas de Di Cavalcanti – Representação Racial e de Gênero na Construção da Identidade Brasileira (1920 e 1930). Universidade Federal do Paraná, 2007.
- Contier, Arnaldo Daraya. Um olhar sobre a Revista de Antropofagia (1928-1929). Educção, Arte e História da Cultura, Volume 5. Universidade Mackenzie
- Bavagnoli, Claudia. Um Breve Olhar sobre a Erotização na Arte e na Publicidade Brasileira. VI Encontro dos Núcleos de Pesquisa da Intercom, XXX Congresso Brasileiro de Ciências da Comunicação. Santos, 29 de agosto a 02 de setembro de 2007