Bruno Giorgi, uno dei maggiori scultori contemporanei - Cultura Brasil

Bruno Giorgi, uno dei maggiori scultori contemporanei

Share This

Bruno-Giogi

Bruno Giorgi nacque il 13 agosto del 1905 a Mococa ed è stato uno tra i più famosi scultori brasiliani, oltre che un apprezzato professore universitario. Figlio di immigranti italiani, nel 1911, decise di ritornare alla propria terra natale e, a Roma, si dedicò alla scultura.

Negli anni ‘20, durante il fascismo, diventò un membro della resistenza e fu arrestato a Napoli. Dopo 4 anni, grazie all’intervento dell’ambasciatore brasiliano, fu estradato in Brasile.

Bruno partecipò anche alla Guerra Civile Spagnola a lato dei repubblicani, ma, “nell’interesse della propria lotta”, decise di rimanere a Parigi e di frequentare le accademie “La Grande Chaumière" e "Ranson". Presso la Ranson, Giorgi divenne allievo di Aristilde Millol. Durante il suo soggiorno parigino, lo scultore convisse con Henry Moore, Marino Marini e Charles Despiau.

Nel 1939, di ritorno a San Paolo, decise di prendere parte del Movimento Modernista Brasileiro, a lato di Vitor Brecheret e Mário de Andrade. Lavorò al fianco del Grupo Santa Helena e partecipò alla esposizione del  gruppo Família Artística Paulista.

Bruno Giorgi, Mario de Andrade e Luis Saia, fonte: archivio Iphan

Nel 1942, su invito del ministro Gustavo Capanema, entrò nell’equipe che decorò il palazzo del Ministério da Educação e Saúde (attuale Palácio da Cultura) di Rio de Janeiro. La commissione prevedeva dei lavori presso il giardino del Ministero, progettato da Burle Marx. Il talento di Bruno fu apprezzato con il suo Monumento à Juventude Brasileira.

Un anno dopo, sempre commissionato da Gustavo Capanema, Giorgi installò un atelier nell’antico Hospício da Praia Vermelha, finalizzato all’orientamento di giovani artisti come Francisco Stockinger.

A partire dagli anni ‘50, le opere dello sculture subirono un’evoluzione: l’artista predilesse il ritmo, il movimento, i vuoti e l’armonizzazione delle linee curve.

I lavori ebbero un grande successo, tale da essere scelto come rappresentante del Brasile alle Biennali di Venezia del 1950 e del 1952.

Bruno partecipò anche a diverse edizioni della Biennale di San Paolo e, nel 1953, venne premiato come migliore scultore nazionale.

Monumento a Juventude Brasileira, Bruno Giorgi

Negli anni ‘60, l’artista decise di introdurre due importanti innovazioni: la forma geometrica al posto delle figure e l’utilizzo del marmo bianco al posto del bronzo. Lo sculture, inoltre, fu influenzato dal barocco inglese di Henry Moore, percepibile dalla serie di soggetti sdraiati o inclinati.

Bruno Giorgi scomparve nel 1993 a Rio de Janeiro, aveva 88 anni d’età. Sino alla fine dei suoi giorni, si dedicò alla propria produzione artistica. Bruno era solito affermare: “Una vita non basta per essere scultore”, “Voglio morire come Rodin, lavorando fino ai 90 anni”.

Lo scultore lasciò in eredità ben 32 opere in bronzo, 25 sculture di marmo, tre pezzi di terracotta, due statue di pietra sapone, sei di gesso, una scultura in legno e sei disegni. Tra le sue opere più importanti, figurano: Meteoro (1967), ospitata nel lago dell’edificio del Ministério das Relações Exteriores di Brasília; Integração (1989), scultura del Memorial da América Latina di San Paulo; Condor (1978),  presente nella Praça da Sé a San Paulo e Herma de Tiradentes, un omaggio al personaggio storico Tiradentes, ammirabile sulla sinistra della rampa di accesso al Panteão da Pátria Tancredo Neves.

L’opera più famosa in assoluto di Giorgi, tuttavia, è Os Candangos (1960): un omaggio alto 9 metri dedicato  agli operari che lavorarono nella costruzione di Brasilia.

Os Candangos

La scultura prende il nome da un’espressione coniata dagli Africani per classificare i colonizzatori portoghesi: i Candangos, in particolare, erano temuti per la loro crudeltà. Con il passare del tempo, il vocabolo cambiò il proprio significato. Candangos, con un’accezione positiva, erano definiti i lavoratori che costruirono Brasilia fino ad arrivare a Juscelino Kubitschek, chiamato “O Candangao” per la sua apertura all’innovazione e al cambiamento.

Il nome originario dell’opera, tuttavia, era “Os Guerrieros”, Giorgi, infatti, affermò: ”Ho realizzato dei guerrieri che sono stati fusi qui a Rio de Janeiro. Sono stati creati in scala di un metro e mezzo e la commissione li ha approvati, incluso Oscar Niemeyer. In seguito, li ho ingranditi fino a 9 metri d’altezza.”, “Il mio sogno era fare un omaggio al candango, tanto che dopo venne chiamato Os Candangos”

Curiosità

Normalmente il periodo produttivo di Giorgi è suddiviso in tre fasi:

  • La prima fase, chiamata figurativa e caratterizzata dall’influenza accademica, era dedicata alla riproduzione di busti e corpi femminili.
  • La seconda fase, chiamata vegetativa, prevedeva figure antropomorfe caratterizzate dal dinamismo.
  • La terza fase, conosciuta come “tectônica”, dove le opere assumevano un significato più astratto e un carattere più architettonico

“Bruno non era minimamente organizzato e non si preoccupava nemmeno di conservare o rivedere le sue creazioni. Quando non gli piacevano, le distruggeva”, ricordava Leontina Ribeiro, sua moglie.

Un curioso episodio, inoltre, segnò la vita dello scultore: Meteoro, la sfera di 50 tonnellate, fu creata in Italia e trasportata a Brasilia. La gru, quando si procedette all’installazione, non sopportò il peso e la lasciò cadere. La scultura si fermò a 20 cm dalla testa di Giorgi. Lo spavento fu così grande che l’artista restò a letto con la febbre per una settimana.

Get Adobe Flash player

Fonti:

  1. MONTEIRO, Salvador, e KAZ, Leonel — Brasília, pgs. 28-32. Edições Alumbramento, Livroarte Editora, Rio de Janeiro (1986)]
  2. PROENÇA, Graça, História da Arte, Editora Ática, 2010
  3. Secretaria de Cultura do Distrito Federal "Praça dos Três Poderes"
  4. Escultura - Os Candangos, de Bruno Giorgi. Blog do Noblat.
  5. http://www.mercadoarte.com.br/artigos/artistas/bruno-giorgi/bruno-giorgi/
  6. http://www.itaucultural.org.br/aplicExternas/enciclopedia_ic/index.cfm?fuseaction=artistas_biografia&cd_item=1&cd_idioma=28555&cd_verbete=1291

Pages