Nel 1641, approdò a San Luis una flotta olandese composta da 18 navi, con più di mille soldati a bordo, capeggiati dall’ammiraglio Jan Cornelisz Lichthart e dal colonnello Koin Handerson.
L’obbiettivo dell’Olanda era quello di espandere la produzione di zucchero nella regione. Prima di San Luis, infatti, gli Olandesi invasero gran parte del Nordest brasiliano e riuscirono a conquistare città come Salvador de Bahia, Recife e Olinda.
Gli Olandesi, inoltre, investirono molto contro San Luis: grazie ad una grande pressione psicologica, i residenti, spaventati, decisero di abbandonare la città.
Il governatore Bento Maciel Parente, ancora, venne imprigionato e la bandiera olandese venne issata. La città venne saccheggiata, chiese e templi non vennero risparmiati - gli Olandesi rubarono anche 50 mila kg di zucchero circa - un’azione che causò la paralisi di tutta l’economia maranhense. La capitale, difatti, era il centro di smistamento di prodotti importanti, quali: tabacco, chiodi di garofano, cotone, alcol, zucchero, sale, olio, pelle, farinha de mandioca, vaniglia.
I Portoghesi, dunque, insoddisfatti, nel 1642 iniziarono movimenti di protesta e guerriglie per cacciare via gli Olandesi. Dalla resistenza lusofona scaturì una lenta rivolta che, dopo 3 anni, distrusse totalmente Sao Luis. Nel 1644, infine, dopo una violentissima battaglia che causò migliaia di vittime, gli Olandesi decisero di lasciare San Luis.
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Fonti:
- Janaína Amado (2000). «Viajante involutários: degredados portugueses para a Amazônia colonial»
- «Invasão holandesa no Brasil». educação.uol.com.br. 2008